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 i’ Cuba

Don Danilo Cubattoli
Un prete che ha portato il cinema dalla mostra di  Venezia al carcere di Sollicciano

Fin dall’inizio, quando alla fine degli anni ‘40 Danilo frequenta il Cinema Universale, nel quartiere del Pignone, fu conquistato dalle potenzialità comunicative del film recitato più che dalla sua forma spettacolare e artistica. Capì l’importanza del mezzo audiovisivo e la necessità di veicolarlo in ambito educativo, riuscendo ad anticipare un dibattito che si sarebbe ufficialmente aperto alcuni anni dopo, con la nascita dei primi cineforum, dei quali Danilo ne fu un protagonista. Dai primi anni ‘50, con l’aiuto di Gianni, un ragazzo di San Frediano che distribuiva le pellicole ai cinema della città, Danilo portò i film nelle parrocchie, nei centri ricreativi e in carcere, avviando un’opera inizialmente ricreativa ma ben presto fortemente educativa. Negli anni Sessanta frequenta a Roma i corsi di lettura cinematografica tenuti da Taddei e Bernardini, noti critici cinematografici. Con loro, tempo dopo, nasce l’idea di promuovere nelle scuole la lettura cinematografica, che prevedeva anche un corso di formazione per gli insegnanti. Lo scopo difatti è quello di una partecipazione attiva degli alunni alla visione e all’analisi dei film debitamente scelti per loro. Già Delegato Diocesano per la sede fiorentina dell’ACEC, l’Associazione Cattolica Esercenti Cinema, quando negli anni Ottanta Danilo viene eletto Delegato Regionale, insieme a don Giorgio Bruni costituisce il “Premio Speciale Ragazzi & Cinema” con lo scopo di avvicinare il cinema al mondo dei giovani e dei giovanissimi. Inserendosi nella programmazione della Mostra del Cinema di Venezia, Danilo entra in contatto con i più noti registi e produttori cinematografici.

Lorenzo Bojola
KILIMANJARO ’54
diario di una scommessa d’amore

Il 25 aprile 1954 don Danilo Cubattoli, da tutti conosciuto come don Cuba, intraprende uno straordinario viaggio in moto attraverso dieci stati e tre continenti per raggiungere la vetta del Kilimangiaro e dire una messa in onore dei lavoratori. Viaggia in compagnia di Setefano Ugolini, Steve per gli amici, con due Motom 160 Delfino messe loro a disposizione dalla fabbrica di Milano.
L’impresa è straordinaria, con un continuo avvicendarsi di incontri fra popoli, ma anche costellata di incidenti, malattie e aggressioni. Attraversano la Grecia, con i segni ancora vivi dell’ultimo conflitto mondiale, e la Turchia, con alcuni focolai di combattimenti a sud che li obbligano ad imbarcarsi su una nave traghetto prima di raggiungere la Siria e da lì i più antichi luoghi della cristianità, e poi la Palestina e Gerusalemme. Poichè l’Egitto non aveva riconosciuto il nuovo Stato di Israele, non poterono entrare in Africa attraverso la penisola del Sinai, costretti quindi a tornare indietro per imbarcarsi a Beirut su una nave mercantile, raggiungendo la capitale d’Egitto, e preparandosi ad affrontare il viaggio verso l’Africa nera.
Il racconto ci conduce attraverso momenti di straordinaria fede che permette ai due viaggiatori di superare l’insuperabile, dalla nottata persi nel deserto all’invasione delle cavallette in Eritrea, fino al grave incidente alle porte di Dessè che costrinse Steve, dopo una convalescenza ad Addis Abeba, al rientro in Italia a bordo di una bananiera diretta al porto di Napoli, e a don Cuba di raggiungere, grazie all’intervento della comunità italiana di Addis Abeba, la capitale del Kenia e poi il Kilimangiaro, scalando la vetta della più alta montagna d’Africa e mantenendo la promessa data ai lavoratori.

Pillole di vita di Don Cuba

La doppia liberazione di Don Cuba


I materiali utilizzati per le parti “I’Cuba” e “Kilimanjaro” sono tratti dalle pubblicazioni “Kilimanjaro 54″ e “Don Cuba – valgo quanto amo” di Lorenzo Bojola editi da “Nencini Editore” per l’ Associazione don Cuba.

 

 

Antesignano dei promotori dell’educazione all’immagine nelle scuole , guidava insieme a Don Giorgio Bruni, il gruppo fiorentino che si dedicava a questo settore. Il team fiorentino era composto da Andrea Fagioli, oggi direttore della rivista creata da Nazareno Taddei e giornalista di Avvenire, da Riccardo Galli divenuto giornalista dell’Ansa ed oggi alla Fondazione della Cassa di risparmio di Firenze e da me che curavo i corsi di educazione all’immagine nelle scuole del quartiere 4 di Firenze e che realizzavo studi e sondaggi i cui dati sono stati pubblicati da “Ragazzi & Cinema” su un apposito volume.

Il Cuba (così era chiamato da tutti) era di famiglia in tutto il mondo di via Fiume a Firenze, dove si concentrava tutto l’universo cinema fiorentino, dai distributori all’AGIS alla Sanpaolo film con il suo prezioso catalogo a 16mm, ai depositi delle ‘pizze’ nei sotterranei dove lavoravano i ‘passafilm’. Naturalmente al n° 14 , sopra l’Agis,al secondo piano c’era l’ACEC .
In sede ACEC il Cuba non aveva una scrivania o un suo ‘posto’ ma c’era sempre quando c’era da dare un dritta: non che don Giorgio non fosse valido, ma lui dava quel tocco di spiritualità ad ogni sua osservazione; Forse era particolarmente amato per questa sua caratteritica … e dire che non aveva certo peli sulla lingua sia con i signori o nobili che con i quattrinai o gli esercenti cinema. Ricordo che quando in ACEC avevamo un qualche problema economico o di rapporti, Don Giorgio diceva “si dice al Cuba” ….. e lui risolveva sempre tutto.
Il Cuba era il Cuba !


Il Prete del Cinema
di Vito Rosso (presidente Acec Toscana)

L’anno prossimo è il centenario della nascita di “don Cuba”  – Don Danilo Cubattoli . A Firenze, e non solo, era famoso: il prete che parlava ai ragazzi del quartiere di San Frediano come ai nobili fiorentini, che ha celebrato messa in cima al Kilimangiaro dopo un viaggio in moto di 19000 Km nel 1954, che ha sfidato Bartali (copertina sulla domenica del corriere), che ha celebrato i funerali di Pacciani – adnKronos –  sfidando il giudizio di molti e di cui ha sempre detto che aveva le caratteristiche di un ‘mostro’ ma che non era l’assassino delle coppiette di Firenze , che ha portato all’attenzione della mostra di Venezia il tema dell’attenzione ai ragazzi con il premio “Ragazzi & Cinema” così come ha fatto il cineforum nelle carceri fiorentine dalle Murate a Sollicciano al fine di aprire un ulteriore canale di comunicazione con i detenuti .

 Aveva una macchina da proiezione che portava in giro con la sua “Motom” dove voleva parlare alla gente con un film. Mio predecessore nell’incarico di presidente dell’ ACEC Toscana è succeduto a Don Renzo Rossi ha guidato la delegazione regionale fino alla sua morte nel 2006; gli è succeduto Don Vincenzo Locastro, quindi Cosimo Scaglioso ed adesso, dal 2014 è stato il mio turno.

Volume curato da Vito Rosso comprendente anche una ricerca realizzata nell’aprile 1985 in collaborazione con l’istituto  magistrale Gino Capponi di Firenze su circa 600 allievi di varie scuole riuniti presso il cinema Edison.

Manifesto commissionato a Fremura per Ragazzi & Cinema

IL MOVIMENTO
RAGAZZI & CINEMA

Il Manifesto del movimento

Si interessa in generale del rapporto tra i Ragazzi e il Cinema,in particolare del rapporto che nasce dalla spontanea presenza dei ragazzi (9-13 anni, come nucleo centrale) alle normali programmazioni delle sale cinematografiche;

opera nel mondo del cinema, ma pone la personalità del Ragazzo al centro del suo progetto e verso di lui, e di lui solo, si pone in atteggiamento di servizio;

nasce dalla convinzione che il Ragazzo nei confronti del Cinema è spesso un emarginato e che l’importanza del rapporto ragazzi/cinema è sottovalutata da chi potrebbe e dovrebbe agire per migliorarlo; si rivolge, oltre che ai ragazzi direttamente (con incontri, schede, sondaggi, concorsi. . .)a che si interessa di cinema (dal soggettista. . . alla maschera di sala) e a chi deve interessarsi di ra gazzi (genitori, educatori, enti pubblici, associazioni);

Manifesto realizzato da Silvano Campeggi per il movimento Ragazzi & Cinema ed autografato dall’autore.

ritiene che non si debba insistere su «film per ragazzi» ma pensare piuttosto a sale cinematografiche che si specializzino in programmazione e attività laterali, adatte e destinate anche a ragazzi;

organizza ogni anno una « settimana di proiezione e di studio » con lo scopo di verificare, al momento, la situazione del rapporto ragazzi/cinema nei confronti delle realtà ad esso interessate (produzione, distribuzione, esercizio cinematografico, legislazione, scuola, enti
pubblici, associazioni, fonti d informazione. . .) e individuare le iniziative più opportune;

ha il suo punto forte nella annuale « settimana », ma nel corso di tutto l’anno intende promuovere o affiancare e appoggiare attività che mirino a migliorare da una parte l’offerta del prodotto e dall’altra l’adeguata risposta del ragazzo;

è aperto ad ogni collaborazione, nella convinzione che il problema che affronta non è e non deve essere di settore o di parte, ma di comune interessamento;

ha la sua sede in Firenze (Piazza Stazione 2, Tel. 055/282570 o 298438) presso la

ACEC/STAS e l’ANCCI Toscana, che ne sono promotori e animatori.

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