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Don Renzo Rossi – Prete scomodo

         Una mostra fotografica e una biografia per raccontare la bella figura di don Renzo Rossi (1925-2013), prete fiorentino per molti anni missionario in Brasile. La mostra, che ha per titolo «Don Renzo Rossi: prete di Firenze, cittadino del mondo» ed è promossa principalmente dalla Fondazione La Pira e dall’Associazione degli Archivi di cristiani nella Toscana del Novecento (Arcton), sarà ospitata nel Chiostro Grande della Basilica della Santissima Annunziata a Firenze dal 19 marzo al 3 aprile. In concomitanza con la mostra esce anche una biografia a firma di Andrea Fagioli, «Renzo Rossi, prete» (Edizioni Sarnus, pp. 144, euro 15,00), con la prefazione del cardinale Giuseppe Betori. In quanto al titolo, si fa riferimento al fatto che don Rossi era un prete che ci teneva così tanto ad esserlo da firmarsi ogni volta «Renzo Rossi, prete». «Sono stato sempre un prete felice — diceva — e sono stato sempre felice di essere prete». Ma era tutt’altro che clericale. Da buon fiorentino dava di «bischero» anche ai cardinali. Si vantava di conoscere cinquecento parolacce, ma di averle sempre dette con intenzione benevola. Era anche un giramondo (ha visitato 106 nazioni nei cinque continenti con oltre mille voli aerei), un appassionato di ciclismo (lui stesso compiva lunghi viaggi in bicicletta in Italia e all’estero), di calcio (è stato anche cappellano della Fiorentina), di cinema e di musica. È un personaggio a tutto tondo quello che emerge da un racconto in prima persona reso possibile dalla lettura delle pagine di un diario lungo settant’anni e messo a disposizione dalla famiglia. Il sacerdote fiorentino, infatti, con una costanza incredibile, ha compilato giorno per giorno, dal 1943 al 2012, ben 743 quaderni (ora raccolti in 115 piccoli faldoni presso Arcton). E li ha pure riletti e corretti come revisione della sua vita dai 17 anni agli 87 anni.

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