UN PRETE SCOMODO Il Secolo XIX 23_1_79 A_V_
Don Lorenzo Milani è state veramente «Un prete scomodo», come suggerisce II titolo del film che Pino Tosini e Luciano Lucignani hanno dedicato alla sua figura di sacerdote e di educatore, servendosi come filo conduttore delle numerose lettere che egli andò via via scrivendo durante la sua breve ma intensa vita. Il film si apre nell’inverno del 1943 e si conclude nel giugno del 1967; affronta, cioè, l’esistenza di don Milani dal momento in cui decide di entrare in seminario alla morte avvenuta a Barbiana, dove era stato trasferito tredici anni prima, dopo che la sua opera nella parrocchia di San Donato in Calenzano aveva suscitato contro di lui i rimproveri della gerarchia ecclesiastica.
Per rappresentare il rigore morale di don Milani e la sua sofferta partecipazione alla causa dei poveri e dei diseredati, gli autori del film hanno scelto di attenersi rigidamente alla lettera dei suoi scritti, evitando di ricorrere ad interpolazioni narrative; e il regista Tosini, messe da parte le sue sgangherate esperienze precedenti («Bocche cucite», «Fratello ladro»), ha adottato uno stile pienamente illustrativo delle idee in essi espresse. Si ha, però, l’impressione che al film faccia difetto la capacità di penetrare all’interno del tormentato dibattito ideologico e morale aperto dal priore di Barbiana, tanto che, nonostante l’impegno di Salerno (un poJ fuori parte per il fisico e per l’età), il personaggio finisce col risultare appiattito nella pura e semplice enunciazione di valori non sorretti da una adeguata testimonianza visiva.