UN PRETE SCOMODO Paese sera 24_1_76
(AL Fer.) — « La grandezza di una vita non si misura dalla grandezza del luogo in cui è stata vissuta»: con questa frase Don Lorenzo Milani rispondeva a chi giudicava il suo trasferimento nel 1954, da San Donato a Barbiana, un duro colpo inflitto alla sua lotta in difesa dei poveri, degli sfruttati, degli oppressi, un film che Pino Tosini ha diretto sulla vita del «priore di Barbiana» è un racconto pulito e semplice sull’opera svolta dal famoso prete tra gli abitanti di un piccolo paese di montagna.
Già applaudito dalla critica al festival di Taormina dei luglio dell’anno scorso, il film si presenta di facile lettura per il pubblico. Sottolineando l’aspetto umano di Don Milani, e in particolare esaltandone il valido e rivoluzionario metodo didattico, il regista riesce a far convergere l’attenzione sull’aspetto «politico» del priore di Barbiana: i suoi interventi presso i padroni delle fabbriche, compresa quella contro il proclama militarista dei cappellani militari riunitisi a Firenze (che gli costò un’assoluzione in vita nel ’66 e una condanna in appello nel ’68, un anno dopo la morte).
Salerno si rivela un abile e misurato interprete, anche se talvolta eccede in pathos. Non ci sembra comunque che alcune pecche «tecniche» del film e l’accento più umano che politico siano sufficienti a intaccare un film che ha il pregio di testimoniare, con serietà e fedeltà agli scritti, l’opera umile e intelligente di Don Lorenzo Milani.