1963
Titolo La ricotta (episodio di Ro.Go.Pa.G).
Titolo originale Ro.Go.Pa.G. – Lingua originale italiano – Paese Italia, Francia – Anno 1963 – Genere commedia, drammatico – Regia Roberto Rossellini (Illibatezza) – Jean-Luc Godard (Il nuovo mondo) – Pier Paolo Pasolini (La ricotta) – Ugo Gregoretti (Il pollo ruspante) – Sceneggiatura Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti – Produttore Angelo Rizzoli, Alfredo Bini
Episodi : Illibatezza di Roberto Rossellini – Il nuovo mondo di Jean-Luc Godard – La ricotta di Pier Paolo Pasolini (insieme a Sergio Citti e Carlo di Carlo) – Il pollo ruspante di Ugo Gregoretti
Interpreti e personaggi
Illibatezza Rosanna Schiaffino: Anna Maria, la hostess – Bruce Balaban: Joe, il corteggiatore americano – Gianrico Tedeschi: lo psichiatra – Carlo Zappavigna: Carlo, il fidanzato di Anna Maria – Maria Pia Schiaffino: una seconda hostess.
Il nuovo mondo Jean Marc Bory: Lui – Alexandra Stewart: Alexandra –
La ricotta Orson Welles: il regista – Mario Cipriani: Giovanni Stracci – Laura Betti: Sonia, “la diva” – Edmonda Aldini: Valentina, un’altra attrice – Vittorio La Paglia: giornalista – Maria Bebardini: la strip-teaseuse – Rossana Di Rocco: figlia di Stracci – Ettore Garofolo: comparsa (angelo) – Lamberto Maggiorani: comparsa – Tomás Milián: comparsa – Giuseppe Berlingeri: il produttore – Andrea Barbato – Elsa De Giorgi – Enzo Siciliano
Il pollo ruspante Ugo Tognazzi: Togni, il padre di famiglia – Lisa Gastoni: la moglie – Ricky Tognazzi: il figlio – Antonella Taito: la figlia
Centro Cattolico Cinematografico
1963
Vol. LIII pag. 148
Valutazione : S
LA RICOTTA (Episodi di RO.GO.PAG.)
Origine: Itlia — Genere: A sfondo sociale — Coproduz.: Arco Film – Cineriz, Roma – Lyre, Parigi — Regìa, Sogg. e Sceneggi Gregoretti, Rossellini, Godard, Pasolini — Interpr.: Ugo Tognazzi, Lisa Gastoni, Rosanna Schiaffino, Bruce Balaban, Jean Marc Bory, Alexandra Stewart, Orson Welles — Fotogr.: M. Bernando, L. Trasatti A.I.C., J. Rabier, T. DelIi Colli A.I.C. — Musica: C. Rustichelli — Distribuz.: Cineriz.
Soggetto
« Il pollo ruspante ». Regia: U. Gregoretti. Interpr.: Ugo Tognazzi, L. Gastoni.
Mentre un esperto illustra ad un consesso di commercianti le tecniche pili
moderne per Incrementare le vendite attraverso la scoperta dell’Io segreto del consumatore medio, si snoda la vicenda umana di un borghese che seguendo questi suggerimenti punta sull’acquisto di un lotto di terreno in campagna. Ma l’acquisto, facile secondo la tecnica pubblicitaria, si rivela praticamente impossibile e il protagonista deluso da questa esperienza, rientrando nella grande metropoli, morirà per un banale incidente di traffico.
« Illibatezza ». Regia: R. Rossellini. Int.: R. Schiaffino, B. Balaban.
La hostess Anna Maria, per dissuadere un aggressivo corteggiatore che ne predilige le tendenze materne, assume un atteggiamento spregiudicato, ubbidendo ai suggerimenti del fidanzato lontano.
« Il nuovo mondo ». Regia: J.L. Godard. Int.: J.M. Bory, A. Stewart.
Ila deflagrazione di una bomba atomica provoca strani effetti sugli abitanti di una città, che — benché contagiati solo da scarse radiazioni — risultano disintegrati nelle loro qualità umane.
« La ricotta ». Regia: P. P. Pasolini. Interpr.: O. Welles.
Nel corso delle riprese di un film di soggetto religioso, la comparsa Stracci muore appeso in croce a causa di un’indigestione di ricotta, con cui aveva tentato di sedare i morsi della fame, acuiti dalla volontaria rinuncia a favore dei propri familiari del pranzo fornito dalla produzione.
L’episodio firmato da Gregoretti tenta una satira di costume con scarsa efficacia di linguaggio cinematografico ed è sostanzialmente incentrato su un buon pretesto narrativo e su un’interpretazione aderente. Vi estrema modestia è il contributo di Rossellini.
Spigolosa e cerebrale risulta l’esercitazione di Godard. Impostato secondo una prospettiva audace, che sotto una paradossale satira di costume cela un’intuizione allusivamente tragica, il film di Pasolini presenta pagine esasperate e cerca il suo punto di forza in un mondo di squallore sociale e morale, riprodotto con acre violenza.
Giudizio morale. — L’episodio di Gregoretti si ammanta di pretese moralizzatrici di un costume sociale deteriorato dal benessere economico ipertrofizzato ed idealizzato sin nell’intimo delle coscienze da una propaganda commerciale e da una travolgente spinta industriale., che non servono illuminatamente l’armonioso sviluppo della persona e della comunità. Ma lo scetticismo e la sostanziale povertà ideale della prospettiva prescelta dall’autore inficiano la rilevanza dell’impegno assunto. L’episodio di Rossellini si esaurisce nella semplicistica denunzia di due modi errati di concepire l’ideale femminile.
Il capitolo firmato da Godard riflette una condizione esistenziale scardinata da ogni fondamento etico, la cui responsabilità — pur avvertita in un gelido gioco cerebrale — è addebitata, anziché alle coscienze individuali, alla minaccia atomica divenuta attuale.
Nell’episodio di Pasolini l’identificazione del diseredato morto in croce con il Cristo non è aliena dall’oscura percezione di una realtà cristiana di redenzione, ma è compromessa dall’innesto di una polemica classista, che ripete i logori schemi del marxismo protestatario.
Per sferrare un violento attacco all’industria, che sfrutta, unicamente a fine di lucro, il mistero della croce — secondo una definizione, che consente ben più vaste applicazioni —, l’A. cade in una analoga trappola e fa spettacolo con una contaminazione assai rischiosa e spesso irriverente, in cui è evocata la rappresentazione della passione del Signore con simboli, personaggi e quadri plastici di smagliante colore. Tuttavia questa rappresentazione — anche nella convenzione dello spettacolo — esige il rispetto totale dovuto alle cose più sacre.
Alcune battute di un’intellettualistica polemica, caratterizzate da distorsioni ideologiche; vari elementi collaterali della vicenda, o riesumati dall’amorale campionario di certo sottoproletario retoricamente standardizzato; alcune grossolane volgarità — rese ancor più sgradevoli dall’immediato accostamento alle memorie della Passione —, nonché l’aggiunta del patetico ma pur agghiacciante pessimismo pasoliniano, rendono sconcertante ed equivoca la lettura dell’episodio.
L’intero film, considerato nella sua economia globale, deve essere sconsigliato.
Trama
Mentre il regista, interpretato da Orson Welles, è assorto nel rappresentare complicati tableaux vivans manieristi, Stracci (Mario Cipriani), una comparsa pescata tra sottoproletari di Roma dalla fame atavica, vive una serie di sfortunate vicissitudini che porta il pubblico a identificare in lui il vero “Cristo”, della Passione e Crocefissione, il Cristo deriso e flagellato.
Un “morto di fame” che dona tutto il suo pranzo alla numerosa famiglia, consumato in un prato che assume il valore di una vera e propria eucaristia. Dopo aver nascosto il pane sotto un sasso, non se la sente di punire seppur giustamente “il cane de ‘na miliardara” che gli sta mangiando il cibo.
Infine dopo essere stato deriso da tutta la troupe per la propria fame che lo spinge a trangugiare ogni cosa del banchetto dell’ultima cena che gli è lanciata, morirà davvero sulla croce durante la scena della crocefissione, come ladrone buono, per indigestione, nella generale indifferenza. (fonte Studenti.it)
Reperibilità
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