“THE HOLDOVERS, lezioni di vita” sulla solitudine degli anni settanta e su quella odierna
Paul, Angus e Mary sono tre holdovers, tre dimenticati, costretti a trascorrere insieme le vacanze di Natale riflettendo sulla loro esistenza e sulle loro scelte.
di Lorenzo Pierazzi
A distanza di sei anni da Downsizing – Vivere alla grande, il ritorno di Alexander Payne dietro la macchina da presa è un dichiarato omaggio agli anni Settanta e al cinema a stelle e strisce. The Holdovers – Lezioni di vita è ambientato nel New England durante le vacanze di Natale del 1970 in un istituto scolastico privato, perennemente immerso nella neve e frequentato dai figli delle famiglie agiate. Con l’interruzione delle lezioni, la maggior parte dei professori e degli studenti se ne sono tornati a casa. Alcuni, invece, sono costretti a rimanere. Tra questi abbiamo Paul Hunham, l’insegnante di civiltà antica, un uomo caratterizzato dallo sguardo strabico e dalla pelle maleodorante, e il giovane Angus Tully, un ragazzo difficile e ribelle, perennemente arrabbiato con il mondo intero. A completare un improbabile terzetto contribuisce Mary Lamb la responsabile della mensa scolastica, una giovane vedova di colore che sta attraversando l’ennesimo lutto provocato dalla prematura morte del figlio in Vietnam. Paul, Angus e Mary sono tre holdovers, tre dimenticati che non sanno proprio con chi trascorrere le feste di fine anno. Tre personaggi letteralmente provenienti da un’altra epoca, non soltanto quella storica della rappresentazione ma anche quella cinematografica. Payne, infatti, ha voluto porre particolare attenzione filologica alla qualità delle immagini: una fotografia desaturata, il ricorso alle dissolvenze incrociate, un continuo effetto vintage che inganna l’occhio dello spettatore.
In The Holdovers – Lezioni di vita (stucchevole l’appendice del titolo italiano) altrettanto curate sono le scelte musicali. Affiancate ai brani originali composti da Mark Orton, il collaboratore storico di Payne, le melodie che riecheggiano durante il film sono state scelte personalmente dal regista e sono estremamente funzionali alla storia narrata. Da The Time Has Come Today dei The Chambers a Venus degli Shocking Blue, da In Memory of Elizabeth Reid degli Allman Brothers a The Wind di Cat Stevens, la pellicola è anche un’occasione per riascoltare successi immortali. Non mancano inoltre, affidate soprattutto alla lingua tagliente del professor Hunham, battute pungenti e brillanti dialoghi che contribuiscono a farci sorridere ma anche a riflettere sulla condizione degli esclusi di ogni età e di ogni epoca. Perché se i personaggi del film vivono lontani nel tempo, la loro condizione è sempre di estrema attualità: il professor Hunham incarna alla perfezione la crisi d’identità che ancora oggi investe la figura dell’insegnante, Angus è la riproduzione fedele del figlio che vive sulla propria pelle le grandi incrinature della famiglia americana (e non solo) mentre Mary è la madre che subisce sulle proprie spalle la tragedia più grande che può capitare ad un genitore ovvero sopravvivere al proprio figlio.
E se The Holdovers – Lezioni di vita è un film dalla sceneggiatura semplice e talvolta un po’ scontata, che forse strizza l’occhio agli imminenti premi Oscar, vale comunque la pena vederlo e gustarselo. Anche per la bravura dei tre attori: l’emergente Dominic Sessa, la solida Da’Vine Joy Randolph, ma soprattutto Paul Giamatti che nei panni dello scontroso dall’animo gentile ricompone il fortunato sodalizio artistico con Payne che nel 2004 diede vita all’esilarante Sideways – In viaggio con Jack. Tre interpreti, in sostanza, capaci di rendere credibili i loro personaggi che, nonostante l’età, dimostrano amaramente come in questi ultimi cinquant’anni niente sia cambiato.
The Holdovers – Lezioni di vita [The Holdovers] di Alexander Payne. Con Paul Giamatti, Dominic Sessa, Da’Vine Joy Randolph, Carrie Preston, Brady Hepner. Produzione: CAA Media Finance; Distribuzione: Universal Pictures; Stati Uniti, 2023. Drammatico, Commedia; Colore
Fonte: ToscanaOggi.it del 13/02/2024