GENERE: Drammatico, Poliziesco REGIA: Derek Cianfrance SCENEGGIATURA: Derek Cianfrance, Ben Coccio, Darius Marder ATTORI: Ryan Gosling, Bradley Cooper, Rose Byrne, Eva Mendes, Ray Liotta, Bruce Greenwood, Dane DeHaan, Ben Mendelsohn, Harris Yulin FOTOGRAFIA: Sean Bobbitt MONTAGGIO: Jim Helton, Ron Patane MUSICHE: Mike Patton PRODUZIONE: Electric City Entertainment, Hunting Lane Films, Pines Productions DISTRIBUZIONE: Lucky Red PAESE: USA 2013 DURATA: 140 Min
“Se corri come un fulmine ti schianti “Come un tuono” è questa la frase che detta da un amico, dà il titolo al film riferendosi sia alle qualità che alle scelte di vita del protagonista, …. almeno del protagonista della prima parte del film. In effetti Come un tuono è un film composto da tre episodi che sembrano vivere a sé stanti.
Luke, acrobata motociclista in un circo scopre che da una sua precedente veloce relazione con Romina è nato un bambino che adesso vuole che cresca con un padre, con il vero padre, cosa che lui non ha mai avuto. Purtroppo per creare i presupposti per una famiglia sono necessari soldi che con una vita onesta sono difficili da mettere da parte: la cosa migliore è prendere una scorciatoia, cioè divenire un rapinatore.
Rapinare banche è rapido e produttivo ma una volta qualcosa va storto e il poliziotto che lo insegue lo uccide sparando con troppa facilità e restando a sua volta ferito. Questo è il primo episodio.
Usando della gloria ottenuta dall’uccisione del ‘bandito’ Avery Cross – il poliziotto – denunciando alcuni colleghi corrotti fa carriera fino a giungere prima alla carica di viceprocuratore e quindi di procuratore.
A questo punto inizia il terzo episodio collocato temporalmente dopo quindici anni e che vede a contatto i figli dei protagonisti degli episodi precedenti Luke ed Avery: il figlio del primo sopraffatto dall’altro viziato prepotente e drogato. La verità viene fuori ed il figlio di Luke arriva quasi ad uccidere Avery, ma poi lo lascia vivere , compra una moto e fugge a tutta velocità.
La vicenda raccontata, pur avendo un legame di causa-effetto risulta cinematograficamente abbastanza slegata: se il primo episodio ci porta a riflettere su un giovane che pur operando scelte sbagliate è animato dal positivo sentimento di dare un padre alla sua creatura, il secondo episodio sembra invece raccontare la carriera senza molti scrupoli, del poliziotto che lo ha ucciso sparando impulsivamente.
Il legame fra i due momenti sarebbe potuto esserci visto che entrambi si trovano ad essere padri di due bimbi della stessa età , ma l’occasione di un approfondimento psicologico non viene sfruttata se non marginalmente: ciò a cui assistiamo è un’altra storia a sé stante anche se esiste il tentativo di un relaziona mento.
Temporalmente successivo il terzo episodio mette a confronto i figli che sono un po’ simili ai genitori, il primo imbroglione e prepotente ed il secondo debole ma soprattutto amante delle soluzioni facili tanto da scegliere il furto come risposta ai suoi problemi.
I figli sono come i padri e portano con sé questo DNA : sembra questo il messaggio del film.
Il finale ci lascia alquanto interdetti : ci aspetteremmo la vendetta del figlio di Luke ma invece assistiamo ad un ‘perdono’ che però non abbiamo visto maturare e che risulta un gesto avulso dal contesto della storia.
E’ difficile leggere un film con tre o quattro protagonisti che si sviluppano in sequenza , ma l’impressione non è positiva: non c’è maturazione, non c’è metanoia.
Il film non è negativo e lo si può sempre utilizzare per un dibattito, ma è bene che chi lo utilizza ne sottolinei i possibili motivi di riflessione che sono più collaterali che insiti nel film.