BOXTROLLS – LE SCATOLE MAGICHE
di Anthony Stacchi, Graham Annabie
Boxtrolls – Le Scatole Magiche è una favola comica ambientata a Cheesebridge, un’elegante cittadina dell’epoca Vittoriana i cui abitanti sono ossessionati dalla ricchezza, dalle classi, e dall’odore del formaggio. Sotto le sue suggestive stradine dimorano i Boxtrolls, degli immondi mostriciattoli che di notte strisciano fuori dalle fogne per rubare ciò che gli abitanti hanno di più caro: i loro figli ed i loro formaggi. O almeno, questa è la leggenda a cui hanno sempre creduto. In realtà, i Boxtrolls sono una comunità sotterranea di eccentrici, stravaganti ed adorabili creature che indossano scatole di cartone riciclato come se fossero gusci di tartaruga. I Boxtrolls hanno anche accolto e cresciuto un orfano umano fin dall’infanzia, insegnandogli a rovistare nei cassonetti e raccogliere cianfrusaglie, come uno di loro. Quando i Boxtrolls saranno minacciati da un malvagio disinfestatore di parassiti, questa comunità timida ed ingegnosa dal cuore gentile, dovrà fare affidamento sul ragazzo adottato e su una giovane ricca ed avventurosa, per collegare il loro mondo con quello degli umani, e sperare in un cambiamento. Dopo “Coraline” e “Paranorman”, la Laika aggiunge un altro tassello ad un percorso artistico che si propone di unire sperimentazione e tradizione. L’inizio del film è ammaliante e inquadra subito tono e stile: in una cittadina notturna dalle atmosfere decadenti, una macchina impazza per le stradine ed è condotta da i tre guardiani, maschere grottesche dal marcato accento inglese. Il grottesco è un elemento che caratterizza tutto il mondo creato dai registi Anthony Stacchi e Graham Annable e il character design, in questo caso, raggiunge altissimi livelli di raffinatezza estetica. Volti corpi ed espressioni dei personaggi sono filtrati da questa lente deformante che li rende unici e distinguibili e si fa anche elemento narrativo efficacissimo: traslando la scelta del grottesco anche nella costruzione delle situazioni e del carattere dei personaggi, “The Boxtrolls”, più che nel dipanarsi della vicenda, si struttura in una serie di trovate visive e narrative folgoranti che condensano humour inglese e un ritmo alla Aardman. E’ ammirabile come questo team di animatori esplori fino in fondo il potenziale espressivo dell’animazione, nel caso specifico (anche) la stop-motion, utilizzando il colore, le linee e le forme per condensare in pochi tratti storie, caratteri, atmosfere e sentimenti.
*Seppur limitato da una struttura narrativa che avrebbe potuto osare di più, anche Boxtrolls si giova di questo spirito sperimentale, energico e ai limiti dell’anarchico, tratteggiando un microcosmo di vere e proprie maschere che vivono nel confine sfocato tra favola per bambini e incubi contemporanei. In particolare, è molto interessante il tema dell’ascolto e il suo rovescio, quella cecità che avvolge in un’atmosfera nebulosa i governanti della città e si riflette su tutta la popolazione. La storia e l’animazione stop motion sono interessanti e il film è adatto alla visione familiare.
BOXTROLLS – LE SCATOLE MAGICHE
di Anthony Stacchi, Graham Annabie