DUE GIORNI, UNA NOTTE
di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Con: Marion Cotillard e Fabrizio Rongione. Distribuzione: BIM Distribution. Genere: Drammatico
Hanno sempre raccontato la società attraverso piccole storie personali, cariche di umanità, capaci di mostrare il lato più luminoso di uomini e donne che lottano per difendere la propria dignità. Con il loro ultimo lavoro, Due giorni, una notte, profeticamente immaginato già dieci anni fa, i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne affrontano un tema di grande attualità, il dramma quotidianamente vissuto dai lavoratori precari, da chi non sa come pagare l’affitto e sfamare i propri figli, ma anche il sostegno che una famiglia unita può offrire. Il film è una grande parabola civile e sociale, raccontata da una regia asciutta e intensa, priva di fronzoli o espedienti che realizza un finale di contenuta, semplice commozione. Accanto alla protagonista privata del lavoro e che chiede il sostegno dei colleghi, ci sono tutti coloro che mettono comprensione, cuore e ragione davanti a piccoli e egoistici interessi individuali. Una lezione per tutti, un modo per guardare ad un futuro più umano e solidale.
EXODUS – DEI E RE
di Ridley Scott
Con: Christian Bale, Aaron Paul, Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Ben Kingsley, Emun Elliott, John Turturro. Distribuzione: Fox. Genere: Storico.
Adattamento dell’evento biblico dell’uscita del popolo ebraico, guidato da Mosè, dall’Egitto e riportato nel libro dell’Esodo della Bibbia. Il film ha un regista esperto e risulta molto spettacolare, specialmente nel descrivere le piaghe d’Egitto e le varie fasi dell’esodo del popolo ebraico. Il Mosè di Scott è eroico e carismatico, ma senza esserlo mai in modo ostentato, conservando sempre le proprie ferite e i propri dubbi, innanzitutto legati alle proprie metamorfosi. Prese una alla volta, molte scene del film si candidano già a divenire memorabili per il virtuosismo tecnico legato a una macchina realizzativa titanica. Per i mezzi impiegati e il carattere spettacolare, Exodus resterà molto probabilmente nella storia del genere kolossal, ma potrebbe pure finire nelle scuole di cinema come il simbolo assoluto di una frontiera delicatissima: quella fra gigantismo visivo e profondità narrativa. Tanto più se si considera che in questo caso è in gioco un patrimonio divenuto un riferimento assoluto non solo per i credenti.