SHAUN, VITA DA PECORA – IL FILM
di Mark Burton, Richard Starzack
La vita della fattoria sta iniziando a diventare noiosa. Giorno dopo giorno, il Fattore dice a Shaun quel che deve fare; così, Shaun architetta un piano per prendersi un giorno libero: ma si deve stare attenti a quel che si desidera! Insieme al gregge, elabora un’idea geniale: una dopo l’altra, le pecore saltano la staccionata così che il Fattore, contandole, si appisoli. Dopodiché, muovendosi silenziosamente, lo portano in una vecchia roulotte parcheggiata in un angolo del campo, ricreando tutte le condizioni tipiche della notte. Quando Bitzer le scopre, ormai la frittata è fatta; cercano quindi di riportare il Fattore fuori dalla roulotte che, a quel punto, inizia a muoversi dirigendosi precipitosamente verso la strada, con il Fattore avvolto in un sonno profondo ancora al suo interno. Bitzer si scaglia all’inseguimento della roulotte, che punta dritta verso la Grande Città. Shaun e il gregge rimangono alla fattoria, ma il caos prende il sopravvento: Bitzer e il Fattore non si vedono più. A quel punto, decidono di lanciarsi alla ricerca dei due per porre rimedio al problema che hanno creato. Shaun ritroverà il Fattore prima che se ne perdano le tracce per sempre ?… Il mondo, o meglio dire i mondi, della Aardman funzionano secondo regole decisamente strambe. In essi gli animali possono parlare o meno, ma quasi tutti escogitano piani, risolvono problemi, fanno ridere. Shaun non è che l’ultimo dei personaggi provenienti da quel cosmo lì, per il quale si è pensato bene di costruire un lungometraggio. Accompagnate da un’adeguata colonna sonora, le peripezie del gruppo guidato da Shaun fanno perciò presa come di rado avviene, approntando un sarcasmo pressoché innocuo, mai offensivo, ma che al tempo stesso in taluni casi può far riflettere. La parabola centrale cela infatti un contenuto pedagogico, che si può leggere in entrambi i sensi: da un lato la messa in guardia a stare attenti a ciò che si desidera, e se la condizione attuale non sia preferibile ad una maldestramente immaginata; dall’altro l’indiscutibile valore dell’esperienza, anche qualora se ne riescano a cogliere gli aspetti positivi solo a posteriori, quando si è rimediato all’errore da principio commesso. Analisi che però evidenzia letture ulteriori, nient’affatto centrali nell’ambito di una vicenda che non ha fretta di giungere a destinazione, permettendo allo spettatore di godersi il viaggio.
*Dalla serie televisiva alla consacrazione sul grande schermo, grazie ad un film ricco di gag riuscite, un pizzico di sentimento e una trama azzeccata. Dire che si tratta di un film sorprendente è limitativo. Dopo un inizio lento il film prende un ritmo davvero notevole. Intrigante, mai banale, a tratti esilarante, Shaun è favoloso perché oltre a piacere ai più piccoli delizia gli adulti grazie alla marea di citazioni sparse pressoché ovunque. Anche in questo film, come in ‘Minuscule’, sono banditi i dialoghi. Solo un caso che, entrambi, siano irresistibili ?
(Shaun the Sheep Movie) REGIA: Mark Burton, Richard Starzack. SCENEGGIATURA: Mark Burton, Richard Starzack. FOTOGRAFIA: Charles Copping, Dave Alex Riddett (Formato: Panoramico/Colore). PRODUZIONE: Aardman Animations, Studiocanal. DISTRIBUZIONE: Koch Media. GENERE: Film d’animazione. ORIGINE: Gran Bretagna. ANNO: 2015. DURATA: 85’.
JUNIOR CINEMA: Baby