Forti contributi per le sale della
comunità nella nuova legge sul cinema.
E’ stato approvato in via definitiva dalla Camera dei Deputati il Disegno di Legge sul Cinema e sull’Audiovisivo che non solo riconosce in modo inequivocabile le sale della comunità ma anche l’operato e la funzione dei circoli di cultura cinematografica come riferimenti qualificati nella formazione del pubblico.
I fondi destinati alla creazione , riattivazione e ristrutturazione di sale dismesse sono 120 milioni in cinque anni : saranno favoriti sia i progetti realizzati in centri minori (<15.000 abitanti) che quelli che possono dimostrare di svolgere una reale attività di formazione e socializzazione nell’ambito territoriale in cui operano.
A questo punto, la collaborazione fra sale cinematografiche e circoli del cinema apre un orizzonte foriero di incredibili sviluppi: sarà adesso impegno delle commissioni che lavoreranno sui decreti di attuazione della legge renderla realmente funzionale.
Per quanto non si possa fare a meno di considerare questa legge come un buon contributo al settore della cinematografia,ciononostante bisognerà vigilare perchè i soliti centri di potere – produzione e distribuzione – non la monopolizzino inserendo processi di ambigua applicazione..
Un altro punto che ci auguriamo sia trattato nell’ambito dei decreti attuativi visto la rilevanza che la legge dà ai circoli di cultura cinematografica è quello di inserire normative, condizioni e processi che non solo permettano a queste realtà di vivere ma anche di crescere rispondendo alle aspettative della legge.
Oggi i circoli che – sempre per la legge sono senza scopo di lucro – hanno difficoltà ad operare a causa dei costi delle liberatorie di proiezione imposti dalla distribuzione. Oggi si richiede che i circoli prezzi equivalenti a quelli delle sale commerciali ma ben sappiamo che questi non sono realtà equivalenti ai cinema.
Una proposta percorribile potrebbe essere , quantomeno, che tutte le opere oggetto di contributo pubblico possano essere rese utilizzabili gratuitamente dai circoli di cultura cinematografici organizzati in associazioni nazionali.
La stessa cineteca nazionale che vive dei contributi statali dovrebbe mettere a disposizione dei circoli le proprie opere ai soli costi di gestione. Se la cineteca nazionale conserva i film per il bene della cultura , non si capisce come queste opere non debbano essere alla portata di chi della cultura cinematografica fa lo scopo della sua esistenza.
Sta adesso alle associazioni nazionali operare nei decreti di attuazione non solo per garantire la propria sopravvivenza – – ma per prevedere concrete ricadute anche economiche propri circoli associati.
Ci auguriamo che esse svolgano una funzione di mediazione fra le realtà territoriali e gli ambienti istituzionali non portando a derive favorendo la formazione autonoma di aggregazioni locali.
Aspettiamo ancora un po’ e poi il panorama sarà più chiaro . Vedremo quel che sarà.
Un estratto della legge per i punti di nostro interesse lo potete trovare a questo indirizzo