Matteo Asti
Le caratteristiche della comunicazione nel cinema
Il cinema è un medium, ossia un mezzo di comunicazione di massa. Nella prima metà del ‘900 divenne “il medium”, ottenendo una posizione privilegiata grazie alla sua innovativa forma audiovisiva. Ma anche dopo la comparsa di tv e media digitali, il cinema resta un modello esemplare di linguaggio caratterizzato da una dimensione polisemiotica, capace di raccontare storie, valori, emozioni in modo implicante ed empatico.
Parlare di comunicazione del cinema al tempo dei social ha ancora senso sia per afferrarne le specificità nel contesto contemporaneo che le migliori modalità di impiego nella didattica.
TEMI
Il cinema e la questione del linguaggio
La comunicazione cinematografica a confronto con quella di vecchi e nuovi media
Cinema come testo, cinema come discorso
La visione del film come ricezione attiva
Il cinema che parla di comunicazione
Andrea Fagioli
Come cambia la comunicazione televisiva: la televisione e i new media
La tv di oggi è molto diversa da quella del passato. È cambiata in qualità (peggiorando), ma anche in quantità, pur restando il mezzo di comunicazione più seguito anche in quest’era televisiva che potremmo definire dei format e delle serie.
È cambiato anche il modo di fruire la televisione. Il televisore non è più il totem in casa, con il salotto predisposto in base alla posizione del teleschermo.
Ed è cambiato il modo complessivo di fruire dei media. Un tempo la tv era fatta per vedere, la radio per sentire e il telefono per parlare. Pensiamo ora a quante cose fa uno smartphone! Cambia, però, anche il modo di percepire la realtà perché sempre più mediata, appunto, dagli strumenti del comunicare, in particolare dai social, che diventano veri e propri ambienti in cui prende forma la nostra esperienza di vita quotidiana.
Andrea Sani
Trattazione del rapporto fra il cinema e l’insegnamento della storia e della filosofia.
Esiste un rapporto mai sufficientemente evidenziato che lega il cinema alla filosofia e alla storia: queste due relazioni possono assumere grande importanza ed utilità sul piano didattico .
Per quanto riguarda il rapporto cinema-filosofia, si mostra in che modo sia possibile discutere di alcuni significativi problemi filosofici, come il libero arbitrio, il rapporto mente-corpo o l’intelligenza artificiale, partendo dall’esperienza visiva, emotiva e cognitiva offerta da film particolarmente significativi.
Sarà utile richiamare la distinzione, proposta da J. Cabrera, tra “concettidea”, tipici della filosofia scritta, e “concettimmagine”, espressi in film filosofici.
Invece, per quanto concerne il rapporto cinema-storia, vediamo come sia possibile leggere un film in costume da tre diverse angolazioni: come un tipo di “scrittura” del passato, al pari dei romanzi storici; come una “fonte” per conoscere la storia del periodo in cui il film è stato prodotto e, infine – quand’è possibile – come “agente di storia”, cioè come protagonista esso stesso di eventi storici.
Marco Vanelli
Supporto all’insegnamento curriculare con l’audiovisivo
L’incontro si propone non solo di chiarire la differenza rispetto a un’educazione diretta al testo cinematografico, in quanto in questo caso il film è usato come strumento ai fini didattici per supportare altre discipline, ma anche di evitare gli errori più comuni nella pratica didattica e di creare una sorta di archivio filmico (o comunque audiovisivo) spendibile nell’attività scolastica non solo per le materie umanistiche. L’utilizzo di sequenze, scene, cortometraggi, spot pubblicitari, videoclip, trailer, brani e spezzoni da qualsivoglia programma televisivo può diventare una pratica sempre più condivisa tra i docenti. In altre parole: se si deve studiare Visconti, allora guarderemo, per esempio, Il Gattopardo nella sua interezza per farne una lettura dettagliata; se a Storia si vuol parlare dello sbarco dei garibaldini in Sicilia, allora del Gattopardo ci serviranno solo 10 min. e non le altre 2 ore e 50 minuti!
Vito Rosso
La comunicazione come base della conoscenza e dei rapporti sociali
Non esisterebbe società, non esisterebbe conoscenza senza la capacità di dare significato ai ‘segni che riceviamo’ ed emettiamo coscientemente o meno. La comunicazione è quindi una necessità indispensabile per soddisfare quelli che sono i bisogni primari e secondari dell’uomo (Piramide di Maslow).
Si creano così regole e codici di comunicazione indispensabili a trasmettere le idee fra gli individui. Lo schema dello Shannon ci è di aiuto anche se non esaurisce il campo dell’indagine sulla comunicazione.
Conoscere le basi dei processi comunicativi ci permette di comprendere a pieno come essi vengo utilizzati nei vari ambiti tecnici.
Giuliano Fontani
Aspetti tecnici del linguaggio cinematografico.
La conoscenza delle tecniche e delle regole che stanno alla base del linguaggio audiovisivo permette di poterlo usare in modo appropriato e di comprendere e far comprendere i significati e le idee che attraverso esso si vogliono esprimere.
Conoscere la grammatica di questo linguaggio ci rende meno analfabeti in un mondo multimediale che sempre di più ne fa uso.
Andrea Bigalli
Film e audiovisivi nell’insegnamento scolastico della religione.
La scuola è l’ambito in cui si intrecciano i vari linguaggi del pensiero, della comunicazione, dell’insegnamento. La didattica si evolve di continuo, tenendo conto che questi stessi linguaggi vivono passaggi di trasformazione tecnologica, scientifica, umanistica. in tal senso forse ciò che è legato agli audiovisivi ha avuto lo sviluppo più rapido e massivo, visto il rapporto diretto con l’informatica.
Queste lezioni si propongono di introdurre all’uso di un mezzo tradizionale, il cinema, nella dinamica della didattica dell’insegnamento di religione, tenendo conto dell’evoluzione delle modalità dell’analisi filmica, le metodiche del cineforum, la definizione della prospettiva culturale legata a un film. Nel concreto si tratterà di selezione di un film adeguato, elementi previ della sua lettura, analisi condivisa, conclusioni in chiave etico morale e teologica.
Andreini don Alessandro
“La bibbia ed il cinema : l’esperienza americana”
Si deve al grande critico letterario Northrop Frye la definizione della Bibbia come “grande codice della cultura occidentale”. Una definizione che è tanto più vera per la cultura americana. L’incontro intende esplorare alcuni esempi della presenza della parola di Dio nella cinematografia statunitense anche a partire dai capolavori letterari che l’hanno ispirata.