Analisi delle sequenze
di Marco vanelli
Seconda parte
1) Accoglienza degli adepti e discorso di Stefano (cfr. Atti 4,32-35). Nella comunità cristiana entra una nuova famiglia: va ad aggiungersi ai molti che già vivono e lavorano insieme. Donano a Pietro il ricavato dei loro beni venduti, così che venga distribuito secondo le necessità di tutti. Il discorso di Stefano è la conferma della regola di condivisione dei beni improntata a un senso di giustizia e libertà. È una forma di comunismo puro e volontario. Si nota la consueta attenzione per i gesti che contestualizzano i fatti: mentre sentiamo le parole fuori campo di Stefano, vediamo integralmente il suo scrivere su una tavoletta di terracotta i beni che la nuova famiglia ha donato. Dissolvenza incrociata.
2) Tavoletta cotta e discussione su Anania (cfr. Atti 5,1-11). Dissolvenza incrociata: la tavoletta è pronta e va ad aggiungersi alle altre che attestano quanto ognuno ha donato alla comunità. La comunità si ricorda dei sacrifici che uno ha fatto, ma non è ammesso che uno menta. Anche perché significa mentire a Dio stesso. Tutto l’episodio di Anania e Saffira è rievocato dalla discussione che contemporaneamente avviene tra gli uomini. La frase: «È morto come colpito dalla folgore» viene ripetuta da tutti, accompagnata da una leggera eco. Segno che l’episodio non è stato vissuto con indifferenza dalla comunità e che ancora tutti ne parlano e continueranno a parlarne. È poi una scappatoia per Rossellini per evitare di mostrare un episodio dai caratteri straordinari.
3) Nicodemo, Pietro e Barnaba (cfr. Atti 4,36-37). Sequenza di raccordo: mentre si aggiungono altri membri alla comunità donando i loro beni, come Nicodemo e Barnaba, cominciano i problemi perché le offerte non sono sufficienti. Molti sono frenati dall’egoismo; alcuni decidono di partire per vendere terreni lontani che possiedono. Uno dei cristiani cita le parole di Gesù a proposito della zizzania (cfr. Mt 13,25ss) e un altro rievoca il giovane ricco (cfr. Mt 19,16-21): un po’ alla volta la comunità fa affiorare l’insieme degli insegnamenti che poi andrà a costituire i Vangeli. Viene ribadito il senso di giustizia che anima la condivisione dei beni. Pietro a Nicodemo: «Hai bisogno di parte del denaro?».
4) Predicazione degli Apostoli in città e arresto (cfr. Atti 5,12-16). Pietro, Giovanni e Stefano annunciano ognuno una diversa parte del vangelo: il Padre nostro, la samaritana, il discorso nel tempio. Tutto questo avviene contemporaneamente: lo si capisce dalla panoramica a schiaffo che unisce i tre che parlano.
5) Il sinedrio giudica gli Apostoli (cfr. Atti 5,27-42). È saltato l’episodio del primo arresto e della liberazione miracolosa (cfr. Atti 5,17-26). È una sequenza complessa, divisa in tre momenti.
a – Caifa, Anna e il resto del sinedrio decidono di mandare a chiamare Gamaliele;
b – Gamaliele viene chiamato nel tempio mentre sta ultimando un sacrificio;
c – nuovo scontro tra Caifa, Pietro e Giovanni e discorso di Gamaliele.
La parte a) nel testo non esiste, come pure la b) dal momento che Gamaliele è presentato come un fariseo che interviene per proprio conto nel sinedrio. Il suo discorso è riportato fedelmente nella parte c). Ma Rossellini sente il bisogno di inserire la parte b), mentre la a) ne è solo una premessa. La b) occupa da sola quasi tutta la sequenza e serve a descrivere con esattezza le fasi e i gesti del rito nel tempio che non viene interrotto nonostante ci sia un invito a presentarsi al sinedrio. Se nella sequenza 13 della prima parte si è vista un’Eucaristia senza tagli, in tempo reale, adesso lo spettatore deve sapere qual era il vecchio culto, come si svolgeva, dato che un uomo giusto come Gamaliele trae da esso la forza spirituale per parlare.
6) Marco e Filippo (non esiste un richiamo negli Atti). Marco è colui che ha messo a disposizione la sua abitazione per la comunità. Accoglie Filippo, galileo, circonciso, amico di Pietro che ha vissuto a contatto coi greci. Si accenna al problema del lavoro che comincia a mancare. Sequenza di introduzione alla successiva.
7) Rientro degli Apostoli arrestati e istituzione dei diaconi (cfr. Atti 6,1-7). C’è scontentezza nella comunità a causa del fatto che vengono trascurati molti poveri dall’assistenza. Tra questi i più dimenticati sono i cristiani provenienti dalla cultura greca, seppur circoncisi e battezzati. Poiché gli Apostoli si devono occupare della predicazione, vengono scelti sette diaconi tra quelli che parlano il greco e che possono essere più vicini ai forestieri. Tra i sette troviamo Filippo (della sequenza precedente) e Stefano che avevamo visto predicare ed era stato arrestato (sequenza 4).
8) Stefano al lavoro di sabato (non esiste un richiamo negli Atti). Le accuse contro Stefano negli Atti sono diverse (cfr. Atti 6,8-15); Rossellini lascia da parte la disputa teologica per puntare su un fatto tangibile: la carità fatta nel giorno di sabato. Stefano entra in casa della donna: dissolvenza.
9) Arresto di Stefano (cfr. Atti 6,12b). Dissolvenza: Stefano esce ed è arrestato.
10) Stefano nel sinedrio, Saulo contro di lui (cfr. Atti 7,1-57a). Il discorso di Stefano è fortemente sintetizzato. A differenza del testo biblico, qui Saulo ha un ruolo attivo e interviene con veemenza contro Stefano. Questa aggiunta permette un aggancio con il seguito del film in cui verrà messa in evidenza la figura di Paolo. Qui e nelle successive sequenze 16 e 17, Saulo indossa il tefillin. Si tratta di una pagina della Scrittura arrotolata da portare legata sulla fronte per santificare la mente dei devoti. È segno distintivo di un ebreo osservante.
11) Lapidazione di Stefano (cfr. Atti 7,57b-60; 8,1). Si mostra Saulo che osserva severo la scena mentre regge i mantelli degli anziani.
12) Stefano appeso all’albero (non esiste un richiamo negli Atti). Viene sottolineata la crudezza della morte di Stefano, il primo martire, appeso per i piedi come una bestia, creando un parallelismo con la passione di Gesù.
13) Prime persecuzioni; i cristiani lasciano Gerusalemme (cfr. Atti 8,1b). La comunità è in pericolo, ma questo non la divide. Le parole di Pietro e Giovanni che ricordano la passione di Gesù danno forza agli altri. Per la sicurezza di tutti è conveniente che alcuni partano per tornare alle loro città. Tra questi è anche Filippo, diacono che si prenderà cura dei cristiani fuori di Gerusalemme. Piano sequenza.
14) Partenza di Filippo (cfr. Atti 8,26-27a). È l’alba, Filippo esce da Gerusalemme. A differenza del testo qui manca tutto l’episodio di Simone mago e della predicazione in Samaria (cfr. Atti 8,2-25). Anche il motivo della sua partenza è diverso.
15) Conversione dell’eunuco (cfr. Atti 8,27b-38). Filippo sta viaggiando nel deserto e incontra la carovana dell’etiope. Si incrociano e continuano ognuno per la propria strada. Poi Filippo si ferma e torna indietro. Cosa gli ha fatto cambiare idea? Lo dice lui stesso: «Un angelo mi ha detto: segui quell’uomo». È una sintesi libera dai versetti 26 e 29. Da notare che i servi osservano Filippo, prima stupiti perché un viandante viene fatto salire, poi perché ascoltano attenti le sue parole su Gesù. Dopo il battesimo non c’è l’intervento miracoloso del rapimento di Filippo da parte di Dio (cfr. Atti 8,39-40).
16) Caifa e Saulo (cfr. Atti 9,1-2). Saulo chiede di poter andare in Siria per fermare i cristiani. Risalta il suo rigore di ebreo ortodosso, che Rossellini fa risalire all’essere stato discepolo di Gamaliele (cfr. Atti 22,3), cioè l’uomo che fino a questo momento, nel film, ha testimoniato la fede ebraica più autentica e un sincero senso di giustizia. Quindi anche Saulo, pur perseguitando i cristiani, lo fa per sincera convinzione di operare nel giusto. La sua conversione avviene perciò all’interno di una fede già viva. Piano sequenza.
17) Conversione di Saulo (cfr. Atti 9,3-5; 8). Tre parti:
a – Saulo sta viaggiando nel deserto, accompagnato dalle guardie del tempio.
b – Notte. Tutti si fermano a bere, ma Saulo no; si isola. In quel momento una luce dall’alto lo fa cadere a terra, mentre una voce gli chiede: «Saulo, Saulo: perché mi perseguiti?». «Chi sei?». «Io sono quel Gesù che tu perseguiti».
c – È giorno. Saulo ormai cieco è accompagnato dagli altri fino a Damasco.
Il miracolo della conversione è presentato nel modo più semplice. Saulo è da solo e ciò permette al regista di evitare le domande degli altri presenti nel testo che pure sentono la voce (cfr. Atti 9,6-7).
18) Anania va in cerca di Saulo (cfr. Atti 9,10a). Anania, che nel testo è presentato solo come un discepolo del Signore a Damasco, nel film viene inserito in una comunità viva, fatta di giovani, uomini e donne, che lavorano. Lui lascia il lavoro, si ferma un momento e poi esce in cerca di Saulo. La sua sicurezza in questa azione è il segno del tipico procedimento rosselliniano: chi ha letto il testo sa che il Signore gli ha parlato e lo ha rassicurato (cfr. Atti 9,10b-16); chi vede il film può credere a questo fatto, oppure pensare che Anania ci abbia pensato su e con coraggio sia uscito. È un piano sequenza.
19) Incontro tra Anania e Saulo (cfr. Atti 9,9; 17-19a). Saulo viene battezzato da Anania, dopodiché ricupera la vista. L’ordine dei fatti è diverso dal testo. Il battesimo è un fatto visibilmente più concreto che non la conversione interiore: per questo Rossellini deve aver scelto di fargli ricuperare la vista dopo.