DON MILANI Il CORRIERE MERCANTILE 7/5/76 Maurizio Cavagnaro
Regia: 5 – sogg. e scenegg.: 6 – foto: 7 – attori: 5 – media voto: 6
Preti << scomodi » ne ricordiamo parecchi; ■ don Zeno Saltini, don Lorenzo Milani, don Primo Mazzolari, don Giuseppe Dossetti, e via citando il cinema sembra ricordarsi,invece, solo di don Lorenzo Milani.
Dopo aver, visto «Un, prete scomodo » di Pino Tosjni, con l’istrione Enrico Maria Salerno nei panni di don Milani, ecco ora quest’altro film sul Priore di Barbiana diretto dal debuttante Ivan Angeli (spalleggiato . dall’ex regista Paolinelli, diventato produttore) .ed interpretato dal modesto Edoardo Torricella (scoperto da Roberto Rosellini e lanciato nello- sceneggiato “Atti degli apostoli” Non da oggi il cinema si interessa a don Milani: Maurice Cloche – il regista di “ Monsieur Vincent “ (biografia di San Vincenzo de’ Paoli, interpretata da Pierre Fresnay), aveva progettato di girare un film, “Vita di Gesù “ , proprio con la collaborazione del Priore di Barbiana.
Tuttavia due film, realizzati, quasi . contemporaneamente. ‘ su Don Milani ci sembrano veramente troppi. Soprattutto .considerando il lato che entrambi si sono limitati ad illustrare i momenti salienti dell’esemplare ed interessante vita del Priore di Barbiana senza tentare, nessuno dei due, un’originale interpretazione della figura del polemico prete.
Sia Tosini che Angeli hanno rifiutato l’immagine di un don Milani, fagocitato dalla «sinistra»; ciò ci pare sia giusto, ma i due cineasti non sono andati molto oltre nella radiografia di un uomo di Chiesa che (come ha detto Angeli in un’intervista) « non ha mai perduto ìa certezza della Fede », anche se ha preferito affidare le sue speranze per la creazione di un mondo migliore più nell’insegnamento modernistà che nella pratica religiosa.
… certo non solo per via di questi due modesti film sono le esperienze educative e sociali di don Milani a Calenzano e poi a Barbiana, notissimi i suoi libri Esperienze pastorali », «Lettere a una professoressa , Lettere di Don Lorenzo Milani -Lettere alla mamma » (questi ultimi due sono volumi postumi) e nessuno ignora la costruttiva contestazione che questo sacerdote fiorentino ha portato avanti finchè è stato in vita ( si è spento il 26 giugno’ ’67). nei confronti della società e, soprattutto, del sistema scolastico.
L’atto che ha destato più scalpore del buon Lorenzo è stato quello della polemica con i cappellani militari di Toscana che (nel febbraio del 1965) definirono l’obiezione di coscienza « estranea al comandamento cristiano dell’ amore ed espressione .di viltà, »- Angeli sembra essere rimasto colpito soprattutto da questa manifestazione dello spirito contestatore di Milani ed ha impresso al suo film una struttura circolare che, ha inizio e fine proprio con l’illustrazione di tale avvenimento (a nostro avviso significativo, ma anche marginale,- nel contesto del «messaggio» lasciato da don Lorenzo).
Comunque, nessuno (tantomeno Tosini e Angeli) ha ancora girato il film che avrebbe voluto veder realizzato Lorenzo Milani. Così diceva don Milani: « Il disoccupato e l’operaio dovranno uscire dal cinema con la certezza che Gesù è vissuto in un mondo triste come il loro, che ha come loro sentito che l’ingiustizia sociale è una bestemmia, come loro ha lottato per un futuro migliore ». Quale regista d’oggi sarebbe capace di girare un film simile? La risposta è molto difficile.