In ACECToscana, DM Documenti

UN PRETE SCOMODO – Il Resto del Carlino 12_12_75 Cast.

Dalla parte del­l’ultimo è intitolata la pene­trante biografia che Neera Fal­laci ha dedicato alla figura di don Lorenzo Milani. L’ultimo è, evangelicamente, il povero: l’obiettivo primario dell’attività apostolica del priore di Barbiana, le cui intense Let­tere costituiscono ancora og­gi uno degli itinerari più tor­mentati e sofferti della spi­ritualità cattolica moderna. Di don Lorenzo, Carlo Falconi ebbe a scrivere sull’Espresso che « il suo dogma è estremamente semplice: al mondo non esistono che poveri e ricchi, oppressi ed oppressori.

Poiché la sua parte del mon­do sono i poveri, egli si è fatto povero e vive da pove­ro, solidarizzando solo coi po­veri. Agli altri, ai ricchi, non riserva altro che disprezzo e rancore…. E tra i poveri, più per il loro domani che per l’oggi, s’è scelto la missione del maestro dei loro figli: naturalmente gratuita, ma so­prattutto con metodi e pro­grammi che sono gli antipodi di quelli della scuola borghe­se ».

In questo senso, e solo in questo senso, si può ben dire che don Lorenzo si muovesse entro una prospettiva classi­sta, del resto tanto ostentata da rasentare la provocazione. Soprattutto di questo aspetto della complessa personalità di don Lorenzo, sottacendone al­tri, si interessa il film odier­no, non a caso affrontato da un regista marxista, il reggia­no Piero Tosini, che già in Fratello Ladro s’era sforzato di accostarsi ad un’altra esal­tante figura di religioso vis­suto coi poveri e per i poveri, il francescano Padre Lino da Parma.

Tosini ripercorre tutto l’itinerario umano e religioso di don Lorenzo, dai giorni di seminario durante l’occupazione nazista, alla presa di possesso della parrocchia di San Donato, al primo esperimento di una scuola per i ragazzi poveri della comunità, all’allontanamento dalla stessa per il « confino » della sperduta Barbiana, alla ripresa del suo originale esperimento didatti­co, alla sua quotidiana lotta contro le privazioni e le in­comprensioni, sino ai lunghi mesi del suo straziante calva­rio che lo avrebbe portato, malato di cancro, ad una pre­matura morte.

Pur nei suoi limiti, che so­no quelli propri di ogni agio­grafia, e pur nella sua unila­teralità, intesa a rilevare in don Lorenzo una sorta di irruento Savonarola contempo­raneo sdegnatamente proteso contro la Chiesa e la gerar­chia, il film di Tosini è un utile e generoso strumento di divulgazione del « messaggio » di Barbiana. In questa luce, lo         si può benevolmente gra­ziare di qualche cedimento melodrammatico, soprattutto verso il doloroso finale, quan­do don Lorenzo si avvia stoi­camente all’appuntamento con la morte. Alla fin fine, è un film che deve fare i conti con le esigenze della commer­ciabilità, e diciamo che vi riesce onorevolmente grazie ad una scrittura tanto sem­plice quanto efficace. ,

Criticata da alcuni, l’asse­gnazione della parte di don Lorenzo ad Enrico Maria Sa­lerno sembra al contrario ri­spondere allo stesso giustifi­cabile fine di favorire la dif­fusione del film. Pur ai limiti del virtuosismo, che è peral­tro sempre una grande dote professionale, quella di Saler­no ci sembra infatti un’inter­pretazione che aiuta molto lo spettatore a portarsi, per pa­rafrasare la Neera Fallaci, dalla parte di don Lorenzo.

Cast

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca