STORIA di ‘μ’
Presentato da RAI Storia, questo lavoro sembra recuperare materiali complementari a quelli usati dal docufilm “Lorenzino”; la realizzazione è di FSCIRE.IT (Fondazione per le scienze religiose) curata da Alberto Melloni, Federico Ruozzi e Fabio Nardelli, stesso team del predetto. Anche le musiche sono quelle di Fabrizio De Andrè.
Ad un esame più attento si notano però molteplici differenze: “Lorenzino”, avvalendosi anche di collaborazioni prestigiose, pone l’attenzione dello spettatore soprattutto sugli eventi fondamentali della vita di Don Milani sottolineando contesto sociale in cui il suo operato è nato, cresciuto e diffuso.
Storia di μ (μ è lettera greca, che normalmente si legge ‘mi’, è stata usata per variare dalle solite dizioni storpiate di “dommilani”) comunica subito il proprio ‘taglio’ già dall’inizio in cui vediamo, in un documento video della CTV, Papa Francesco indicare ad esempio il pensiero del sacerdote di Barbiana.
La presenza del massimo rappresentante della chiesa cattolica sottolinea come sia cambiata la posizione di questa in rapporto a Don Milani.
E’ proprio questo il tema portante di questo docufilm: l’ostracismo subito da μ da parte di una Chiesa politicizzata che aveva come unico scopo preservare il proprio stato di connivenza con la politica della Democrazia Cristiana dell’epoca. La posizione di Don Lorenzo, pur non essendo partitica, invitava alla libertà di scelta in occasione delle elezioni amministrative del 1951 rifiutando di indicare i candidati DC se non appartenenti al sindacato.
μ rappresentava in quel momento una nuova corrente di pensiero che stava prendendo campo anche in ambito ecclesiale (Mazzolari, Baldelli, Facibeni, Turoldo,ecc) oltre che in quello politico di cui il maggiore esponente era Giorgio La Pira.
Il pericolo era considerato tale dalla curia vaticana che venne mandato a Firenze un vicario (mons. Ermenegildo Florit) con pieni poteri – coadiutore con diritto di successione – pur essendo in vita ed in carica il cardinale Elia Dalla Costa persona di altissimo livello, amato dai fiorentini per i quali si batté durante la seconda guerra mondiale al fine di limitare lo scempio della città da parte dei nazisti , ma con un grande difetto – per la curia romana – di essere amico di Giorgio La Pira ed avere fra i propri discepoli tutto il gruppo dissenziente fiorentino : Silvano Piovanelli (futuro cardinale di Firenze), Lorenzo Milani, Ernesto Balducci, Raffaele Bensi, Bruno Borghi, Renzo Rossi.
Florit esercitò la sua missione con scrupolo e Don Milani, grazie anche alla notorietà acquisita a seguito della pubblicazione di Esperienze pastorali, rappresentava un facile bersaglio.
Il docufilm ripercorre e descrive tutti i principali momenti degli scontri che μ ha dovuto sopportare fino a dopo la sua morte con la sentenza di condanna per la sua posizione sull’obiezione di coscienza.
Va attribuito a questo lavoro il merito aver utilizzato documenti ‘poco battuti’ quali , ad esempio le Lettere alla madre.
Il video inizia, necessariamente , parlando dell’ambiente familiare in cui nasce don Lorenzo: i genitori appartenenti alla classe borghese dell’epoca hanno una tenuta , “La Gigliola” , nei pressi di Montespertoli a 30 Chilometri da Firenze. Le immagini sono prese a piene mani dall’Istituto LUCE così come dalle teche RAI. Il racconto degli eventi di famiglia è assolutamente rigoroso comprendendo anche i momenti della vita milanese.
Don Milani vive una normale vita familiare tra Montespertoli e Firenze e non si preoccupa particolarmente dell’avvento al potere di Hitler in quanto, anche se figlio di ebrea non praticante, risulta regolarmente battezzato. Viene riportata una dichiarazione della prefettura di Milano – 8 luglio 1939 a firma del podestà – attestante la non appartenenza di μ alla razza ebraica così come dei suoi fratelli.
Il docufilm, come si è detto, contiene molti brani delle Lettere letti ‘fuori campo ‘ così come interessanti documenti dei primi interventi pubblici fra cui un “esperimento pratico con due classi di alunni” su “l’insegnamento catechistico su un tema storico” tenuto a Firenze in un locale accanto alla cattedrale.
In questo periodo Don Milani – occupato alla stesura del suo catechismo – vede il film “Monsieur Vincent” (1947) di Maurice Cloche sulla vita di S, Vincenzo de Paoli e invia una lettera al regista nel dicembre del 1951, letta fuori campo, proponendogli un film su Gesù fornendo anche indicazioni per la regia. Questa lettera sembra che non sia mai pervenuta al regista.
Il docufilm procede lineare e leggero presentando i vari momenti della vita, ma con la caratteristica , diversa da altri lavori, di non presentare testimonianze di allievi della scuola di Barbiana né di collaboratori ed amici, ma facendo leva soprattutto sulla lettura fuori campo di brani tratti dalle lettere, dagli articoli o da altre pubblicazioni come, ad esempio, “Esperienze Pastorali” di cui si citano le osservazioni di Don Santilli e l’imprimatur del cardinale Dalla Costa su patrocinio di don Bensi. La pubblicazione è del 25 marzo 1958.
Segue la descrizione di tutti i personaggi, pro e contro – prima che il volume venga “attenzionato “dal Santo Uffizio su aspra denuncia del coadiutore della diocesi di Firenze, Mons. Florit. Arriva quindi la recensione su “Civiltà cattolica” di Padre Perego che con argomentazioni false e malevole stronca il libro di Don Milani.
Si documenta, quindi, molto bene, la revoca del Santo Uffizio dell’“imprimatur” “frutto di un equivoco”, ma si spiegano esaurientemente i risvolti politici che vedevano da un lato il cardinale Florit e dall’altro Giorgio La Pira (in documenti video di buona qualità).
Lo scontro fra i due contendenti è aspro e ben documentato senza argomentazioni diverse da quelle tratte da quanto μ ha scritto nelle sue lettere.
Finito questo capitolo si entra nell’ultima vicenda della vita di Don Milani ed il suo ennesimo scontro con le posizioni più retrograde ed oltranziste della chiesa dell’epoca: la dichiarazione dei cappellani militari toscani in congedo il 12 febbraio del 1965 dove si dichiara l’obiezione di coscienza “estranea al comandamento dell’amore ed espressione di viltà”.
Nel frattempo a Roma spira un’aura diversa con Paolo VI che invia 100.000 lire alla scuola di Barbiana, ma il cardinale Florit continua nella lotta contro quest’ultimo atto di don Milani ricorrendo anche a dar credito alle chiacchere quali il fatto che la pubblicazione del libro di don Milani contenente la risposta ai cappellani militari sia stata pagata dal partito comunista.
Segue denuncia alla magistratura ma anche la rabbia di Don Milani espressa chiaramente in una lettera ad Agostino Burberi – oggi presidente della omonima Fondazione – del 20 settembre del 1966 quando era ormai vicino alla ‘fine’ (26 giugno 1967).
Il docufilm, della durata di 51’, è reperibile online.