In ACECToscana

I film di don
Lorenzo Milani

Link alla scheda
(Giudizi del CCC e streaming)

Riferimenti
(nei documenti di don Milani)

La corazzata Potemkin

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«A gennaio si proietterà la Corazzata Potemkine. La conosci? che effetto farà?» (Lettera a
Gianni Meucci del 25 dicembre 1953, in: L. Milani, Lettere, cit., p. 293).

A Francuccio Gesualdi                                          Barbiana 4 marzo 66
Caro Francuccio,
Ti scrivo da Barbiana dove sono arrivato ieri mattina. Per festeggiare il mio ritorno ho portato su il famoso film russo del 1925 «La corazzata Potemkin». Da ieri in qua lo stiamo proiettando ininterrottamente per sviscerarne l’arte e i difetti.

A Francuccio Gesualdi                                          Barbiana 7 marzo 66
Ieri abbiamo passato un’altra giornata a vedere e discutere il film «La corazzata Potiomkin» e te non c’eri.

Il 3 marzo 1966, ad esempio, don Milani,….. riproiettò La corazzata Potëmkin, come scrive alla zia
Silvia Weiss il 6 marzo 1966: «Ieri p. es. abbiamo proiettato la Corrazzata Potemkin. Prima ci siamo studiati sulla Treccani: Odessa, Eisenstein, cinema sonoro, e la storia di quel periodo. Sei dunque ricordata spesso a Barbiana. – L. Milani, Lettere, cit., p. 1255 (il titolo del film e il nome del regista sono scritti così nell’originale). Cfr. anche le lettere a Francuccio Gesualdi del 4 e 7 marzo 1966 (Idem, pp.
1253-1254; 1255).

Tracce nell’epistolario permettono dunque di venire a conoscenza che Milani aveva intenzione di proiettare già a San Donato nel 1953 il classico sovietico La corazzata Potëmkin di Sergej M. Ejzenštejn52, e tanti altri film. (Ruozzi su citato saggio su Cabiria)

Tragedia nella miniera

D’Alessandro arrivò a Barbiana nel dicembre del 1965 assieme all’operatore Giuseppe Piazza: cinepresa da una parte e Tragedia della miniera (Kameradschaft, 1931) di G.W. Pabst oltre a Ombre rosse (Stagecoach, 1939) di John Ford dall’altra. Non sarebbero stati quegli omaggi ad aprirgli le porte, bensì – probabilmente – il suo atteggiamento di sacro rispetto verso quell’«ottavo sacramento» che per Milani era la sua scuola. Superò l’esame, come disse lo stesso priore. E poté tornare e filmare. Come ha ricordato lo stesso D’Alessandro: Fui invitato a presentare il film; dissi che Tragedia della miniera era un  classico del cinema e inoltre era anche un film pacifista, un film che esaltava all’indomani della prima guerra mondiale la fratellanza fra tedeschi e francesi, insomma mi mossi sulla falsariga dei giudizi consacrati in tutte le storie del cinema di questo mondo. […]
Milani criticò l’affettazione della protagonista nel recitare e chiese di poter tenere il film fino al giorno dopo. Lo proiettò per quatto volte ai ragazzi. Quando il regista si ripresentò il film era stato demolito, con rigore spietato, da ogni punto di vista. Il film per loro non era affatto un capolavoro, ma un film mediocre; e punto per punto don Milani me lo dimostrò. Quando finì ero senza fiato: era tutto assolutamente esatto (Testimonianza raccolta in: T. Masoni, Op. cit., p. 71). (Ruozzi saggio citato su Cabiria)

Ombre rosse

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Nei documenti relativi ai film visti a Barbiana Ombre rosse di Ford è citato ‘ di passaggio’ quale pellicola che l’operatore Piazza recatosi a Barbiana con D’Alessadro , aveva portato con sè. La notizia è ripresa solo da Cosimo Scaglioso nel suo libro.

Essendo il dicembre del 65, probabilmente a Barbiana era già disponibile la corrente e risulta alquanto singolare che pur disponendo della pellicola, don Lorenzo non abbia colto l’occasione di vedere quello che era una capolavoro del cinema. Dal Martinelli (allievo di don Barbiana) sappiamo che con l’arrivo della corrente a Barbiana si iniziarono a vedere molti film (Pasolini, De Sica, neorealism0, Bergman (?), ma di molti di questi non abbiamo i titoli.

D’Alessandro arrivò a Barbiana nel dicembre del 1965 assieme all’operatore Giuseppe Piazza: cinepresa da una parte e Tragedia della miniera (Kameradschaft, 1931) di G.W. Pabst oltre a Ombre rosse (Stagecoach, 1939) di John Ford dall’altra. (Ruozzi op. citata)

Nel ’66 la salute del priore peggiore tra ospedale, Barbiana, Via Masaccio (a Firenze) , ritmata dalla proiezione di un film (Ombre rosse , 1939, J. Ford) , dalla partenza di Francuccio per l’Algeria…. (Cosimo Scaglioso – la povertà dei poveri).

Alba Tragica

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***** Alba Tragica Collaterale – rilevato in ambito di interviste agli allievi ; non presente nei documenti. ******

Bernadette

Anche il mondo dei grandi oggi reclama “fatti” e non vuol pensare. Storce il naso al dogma dell’Immacolata Concezione scritto sulla dottrina, ma poi ci piange con entusiasmo quando la stessa cosa glie la ridice un’attrice nella parte di Bernadette. (L’insegnamento del catechismo)

Durante la conferenza pubblica fiorentina su L’insegnamento del Catechismo cronologico su uno schema storico del 22 aprile 1950 don Milani chiese retoricamente al suo pubblico: «Non credete voi che il libro di Werfel su Bernadette e il film abbiano raggiunto la simpatia (cioè la voglia di crederci) di migliaia di persone che avrebbero arricciato il naso a sentir parlare di apparizioni e di miracoli?  (Ruozzi – Melloni Opera omnia)

Roma città aperta

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Nell’agosto del 1959 scrisse ad esempio alla mamma che alla sera avrebbe portato i ragazzi a San Martino – località poco distante dalla loro parrocchia – a vedere Roma città aperta di Roberto Rossellini trasmesso in televisione.
Tracce nelle lettere a G. Meucci del 25.12.1953 ed alla mamma dell’1.03.1956, 3.03.1956, 5.08.1959 (proiezione alla televisione di Roma città aperta, a S. Martino), (Ruozzi Opera omnia).

C’è poi l’occasione di vedere di nuovo Roma città aperta al cinema di Vicchio in una proiezione destinata agli studenti delle scuole medie il 30 marzo 1962. Don Milani accompagna i suoi ragazzi, ma la proiezione diventa un’occasione di gazzarra da parte dei giovani spettatori per cui il priore si sente in dovere di intervenire duramente richiamando gli alunni non suoi. Il giorno dopo ne scrive a Marcello Inghilesi,
l’insegnante che aveva organizzato l’evento:

Caro Marcello ieri ho trattato male quei poveri ragazzi, ma cinque minuti dopo m’ero già accorto d’aver sbagliato destinatari.  I ragazzi son dei poveri ingannati. La colpa è vostra. I ragazzi di qui son stati unanimi in questo giudizio. [leggi tutta la lettera]

Monsieur Vincente

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Il 19 dicembre contatta il regista francese Maurice Cloche, dopo aver visto il film Monsieur Vincent, con cui aveva vinto l’Oscar. Si complimenta con lui e gli propone il progetto di una pellicola sulla Vita di Gesù, sulla base dei lavori condotti per il suo testo di catechismo…(Leggi tutta la lettera)
Quella sua prima intuizione lo portò inoltre a un’insolita collaborazione con il regista francese
Maurice Cloche, premio Oscar come miglior film straniero con Monsieur Vincent (1949), per un progetto di una Vita di Gesù cinematografica, perché «la massa ha oggigiorno una conoscenza della vita di Gesù: 1) ricevuta nell’infanzia = infantile; 2) ricevuta irregolarmente = episodica; 3) ricevuta da maestri o libri non scientifici […] fiabesca».

Come si evince dalla seconda lettera a Maurice Cloche, il regista aveva risposto alla prima invitando don Milani a buttar giù, se non una sceneggiatura, almeno un trattamento: «Caro signor Cloche, la sua lettera mi ha molto rallegrato. Quasi non speravo in una risposta. Temo tuttavia di esservi espresso male. Non avevo alcuna intenzione di scrivere un film, io le suggerivo di scriverlo lei stesso oppure di incaricare qualcuno che ne sia capace. Sfortunatamente questa seconda lettera deve Milani sviluppa una serie di «idee provvisorie- per un film che «deve essere […] catechistico, Cloche la vedrà solo vent’anni dopo, mentre è impegnato nelle riprese del suo film Ma tu sei Pietro. Storia di un pescatore (Mais toi tu es Pierre, 1971-1973), la vita dell’apostolo in chiave moderna.(Ruozzi op. cit.)

Ladri di biciclette

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Tracce nelle lettere a
G. Meucci del 25.12.1953, alla mamma dell’1.03.1956, 3.03.1956,…. 12.12.1960, 15.02.1962 (proiezione di Ladri di biciclette a S.Martino),

alla Mamma
Barbiana 15 febbraio 62
Cara Mamma,
oggi abbiamo avuto finalmente «Ladri di biciclette»1 a S. Martino. Era una copia molto mal ridotta che si rompeva ogni pochi minuti. Non poteva andar meglio di così. Ogni rottura serviva per fare il commento alla scena vista. Domani finiremo di leggere quel libro di critica che ci portò Vittorio e domani sera ce lo andiamo a vedere di nuovo. (Lettere)

il 15 febbraio 1962,
Milani spiegò il neorealismo ricorrendo al capolavoro di Vittorio De Sica, Ladri di biciclette, approfittando anche delle interruzioni causate dalle pessime condizioni della pellicola proiettata a San Martino (Ruozzi op. cit.)

I ragazzi terribili

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Tracce nelle lettere a
….. a G. Melli del 24.11.1959 (Les enfants terribles di Cocteau) Novembre 1959 721
A Giancarlo Melli
Barbiana 24 novembre 59
Caro Giancarlo,
avrei urgente bisogno di sapere ……..
Un abbraccio affettuoso scusa e grazie tuo
Lorenzo
Se mi arrivano precise e confortanti notizie sul film Les enfants terribles di Cocteau (n.d.r. Coctau è autore del romanzo, non del film che è Jean-Pierre Melville) ci porterò i ragazzi all’Institut (francais) di p.zza Ognissanti (Palazzo Lanzi a Firenze)  il 30 prossimo alle 17 (n.d.r. sicuramente proiezione in francese) . Ti ci vedrò? Te ne sai qualcosa? In tal caso mandami subito notizie e se è adatto per i ragazzi un riassunto.

Il cielo sulla palude

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Cara zia Silvia,
ora ti spiego come ha fatto questa lettera a arrivare dopo due mesi. Io l’avevo cominciata a scrivere subito dopo arrivato il primo numero di Fêtes et Saisons di cui ti volevo calorosamente ringraziare…………… Ma poi è successo, che una brillante idea è caduta come un fulmine a ciel sereno nel mio capo cioè un soggetto cinematografico e allora mi son messo a buttarlo giù per spedirlo a Genina perché lo realizzasse. E dentro di me pensavo: Ora lo metto nella lettera alla zia Silvia E lei si incaricherà a Roma di scovare l’indirizzo del regista Genina per fargliela avere.
Così è successo che per far economia di 25 lire di busta e francobollo anche la tua lettera è restata lì in attesa che io
abbia tempo di rileggere e correggere la lettera a Genina…….. Scopo 2° chiederti che per piacere tu domandi l’indirizzo del regista Genina (quello di Cielo sulla palude (n.d.r Sulla vita di Maria Goretti) e me lo faccia avere.

Peppino e violetta

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Film a corredo Peppino e Violetta : può essere che sia stato visto da don Lorenzo quando era a San Donato  e che gli abbia suscitato interesse verso il regista Maurice Cloche con cui ha avuto ,in seguito, un rapporto sul film Monsieur Vincent.

Domani è troppo tardi

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Riferito da Orazio Borselli che assieme ad altri giovani animava il circolo “La ginestra” di Borgo san Lorenzo”  in collaborazione con il prof. Parigi ,e confermato da Martinelli (allievo di Barbiana) , si legge : eravamo fra la fine del 65 e la prima metà del 66, mi sembra, e come sempre accadeva a Barbiana l’approccio con un mezzo nuovo doveva occupare diverse settimane. Il Milani, come era logico, prese proprio la ‘fittonata’ del cinema. A Barbiana si sono visti i migliori film che passavano per i cineforum : neorealisti, Rossellini, Bergman, il Pasolini del Vangelo e forse, – almeno se ne è parlato – della Ricotta , la corazzata Potemkin , Domani è troppo tardi di Leonide Moguy.

Dio ha bisogno degli uomini

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a Mamma  Barbiana 12 dicembre 60
Cara Mamma,
sono stato sabato a Firenze a comprare un bellissimo tecnigrafo e a farmi visitare da Adriano per certi dolori alle gambe  ……………….
 Ieri è venuto Giancarlo Melli con una macchina da proiezione dell’USIS. S’è visto il film di Adriano e Dio ha bisogno degli uomini. La corrente era così scarsa che bastava appena il motore, mentre il sonoro si sentiva appena. Ma ormai la trama l’avevo spiegata a lungo e così ci siamo contentati lo stesso.

Notizie relative al film si ritrovano anche indirettamente nella lettera a mons. Loris Capovilla del 28 maggio 1962:

Ho portato i ragazzi altre volte in altri posti e da per tutto quando il cassiere vede un prete con un gruppetto di ragazzi di montagna per prima cosa sorride, poi spesso di sua iniziativa offre l’ingresso gratis oppure fa un biglietto ogni due ragazzi oppure, se sa di non poterlo fare, chiama un superiore oppure consiglia di rivolgersi a lui. Se chiedo ai comunisti di far vedere un film ai miei ragazzi (per es. Dio ha bisogno degli uomini) essi subito lo fanno venire, li fanno entrare gratis e è facile che ci offrano anche merenda. Anche tutti gli altri fanno così con noi. (Ruozzi op. cit.)

Diario di un curato di campagna

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Il mondo ha stabilito (e manifesta particolarmente in questi quattro mezzi di diffusione) uno standard di cultura popolate che presuppone nel pubblico» (E.P., p. 175). Tra i film accennati negli scritti di don Milani, di sfuggita c’è Dio ha bisogno degli uomini (1950) di J. Delannoy, la Corazzata Potemkin (1925) di S. Eisenstein, Non uccidere (1961) di Autant-Lara, Diario di un curato di campagna (1950) di R. Bresson (Scaglioso op. cit.)

Quando volano le cicogne

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A Francuccio Gesualdi, Barbiana, 15 gennaio 1967

Caro Francuccio,
l’ultima tua aveva le fotografie. In questo momento non ti posso dire che numero aveva perché siamo soli in casa. Sono andati tutti da Romano a vedere i Promessi Sposi alla televisione.
Ieri sera sono andati a Borgo a vedere Quando volano le cicogne al circolo della Parigi. Non toccava ai nostri a commentare ma si son fatti sentire lo stesso.

Non uccidere

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Il mondo ha stabilito (e manifesta particolarmente in questi quattro mezzi di diffusione) uno standard di cultura popolate che presuppone nel pubblico» (E.P., p. 175). Tra i film accennati negli scritti di don Milani, di sfuggita c’è Dio ha bisogno degli uomini (1950) di J. Delannoy, la Corazzata Potemkin (1925) di S. Eisenstein, Non uccidere (1961) di Autant-Lara, Diario di un curato di campagna (1950) di R. Bresson (Scaglioso op. cit.)

La ricotta

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La ricotta (Edoardo Martinelli)
Il Milani, come era logico, prese proprio la “fittonata” del cinema. A Barbiana si sono visti diversi fra i migliori film che passavano per i cineforum: i film neorealisti, Rossellini, Bergman, il Pasolini del Vangelo, e forse – perlomeno se n’è parlato – La Ricotta, La corazzata Potëmkin, Domani è troppo tardi di Leonide Moguy.
Gli stessi film che venivano proiettati in un circolo ricreativo di Borgo San Lorenzo: La Ginestra, sorto per iniziativa del prof. Parigi» (T. Masoni, La scultura di Cristo, in «Cineforum», 38, 3 (1998), p. 70).

Il vangelo secondo Matteo

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Ai ragazzi all ’estero
Barbiana 2 agosto 1965
Lettera circolare sesta
In quanto a Pasolini il suo film – Il Vangelo secondo Matteo, che Milani aveva visto insieme ai suoi ragazzi –   dimostra in modo indiscutibile un’assoluta buona fede. Basti la prova seguente: le scene mute sono molto belle e per loro natura fanno fare ai protagonisti una figura di persone spirituali e elevate. Ora Pasolini è stato così severamente fedele al testo di Matteo che non ha voluto naggiungergli neanche una parola. C’è una scena tra la mamma di Salomè e sua figlia in cui starebbe molto bene farle chiacchierare a scemine parlando di mode e di ballo e così accentuando il contrasto tra il silenzio imposante (francesismo che voi non dovete usare) del Battista in carcere. Pasolini per non inventare un dialogo che nel vangelo non c’è le fa star zitte in un silenzio che le fa parer spirituali. Di questi particolari che depongono a suo
favore ce n’è un monte(leggi tutta la critica di don Lorenzo)

All’armi siam fascisti

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Alla mamma, Barbiana, 5 febbraio 1963

Ora sono rimasto solo in casa, manca poco a mezzanotte, e sto aspettando che tornino tutti da Vicchio dove li ho mandati chi a vedere chi a rivedere All’Armi siam fascisti.

Ma tu sei Pietro

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Ma tu sei Pietro (Mais toi tu es Pierre) Film a corredo ; Certamente non visto a Barbiana (1973) . Viene riportato esclusivamente in quanto citato come film a cui stava lavorando Maurice Cloche quando ha potuto vedere la lettera inviata da don Milani con la sua sceneggiatura della sua idea di un film su Gesù.

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