IL DRAGO INVISIBILE
di David Lowery
È ufficialmente il remake di “Elliott il drago invisibile”, in cui la Disney nel 1977 mescolava live action e animazione con una tecnica mista allora molto all’avanguardia, alla quale si aggiunse per la prima volta il Dolby Stereo. Ma se il film conferma la tendenza Disney a rimettere mano ai propri classici (basti pensare anche a “Il libro della giungla” e al prossimo “La Bella e la Bestia”, entrambi con attori in carne ed ossa), in Il drago invisibile, scritto (con Toby Halbrooks) e diretto da David Lowery, c’è molto di più della storia di un orfano che maltrattato dai genitori adottivi trova il proprio riscatto grazie a un drago verde dalle ali rosa e il ciuffo viola. Ci sono “Il ragazzo selvaggio” e “Tarzan”, “La storia infinita” e “King Kong”, “Il libro della giungla” ed “E.T.” nel racconto un po’ fuori dal tempo di un incontro speciale, quello tra un bimbo sopravvissuto per sei anni nella foresta del Pacific Northwest dopo un tragico incidente stradale che ha ucciso e i genitori e un drago dal morbido pelo verde che sa scomparire quando necessario, raramente sputa fuoco e spesso si comporta come un gattone affettuoso. Per molto tempo Pete (Oakes Fegley) è riuscito a nascondersi al resto dell’umanità, ma un giorno l’undicenne Natalie (Oona Laurence), anche lei orfana di madre e figlia del proprietario della segheria locale ( Wes Bentley), si accorge di lui e il piccolo viene così reintrodotto nella cosiddetta società civile con il forte sospetto però che quel bestione di cui parla con tanta nostalgia e che disegna sia solo un amico immaginario. La capacità di saper scorgere l’invisibile non è da tutti, si sa, ed ecco perché la razionalissima guardia forestale Grace (Bryce Dallas Howard) fatica a credere al bambino, mentre suo padre Meacham, un gentile intagliatore di legno (Robert Redford), quel drago l’ha già incontrato una volta e da anni lo racconta ai bambini del luogo, divertendosi a spaventarli. Catturato da chi vuole sfruttare commercialmente il mostro, proprio come accadeva con l’extraterrestre di Spielberg, l’adorabile, dolcissimo Elliott verrà aiutato a liberarsi da un pool di eroi che non vogliono smettere di credere all’inverosimile e neppure mettere in gabbia i sogni. Quella sarà anche l’occasione di un necessario distacco: ognuno ritroverà la propria strada e una nuova famiglia.
* Il film si chiude con il suggerimento di non dimenticare mai che, come si dice ne “Il piccolo Principe”, l’essenziale è invisibile agli occhi. E se il regista ha chiesto alla celebre Weta Digital di creare un drago mai visto prima sullo schermo, capace di intenerire e divertire il pubblico di tutte le età, il fascino più profondo di questa storia ce la spiega lo stesso Redford: «Il drago è una creatura mitologica con diversi significati simbolici. Sono nato in una famiglia della classe operaia in cui per divertirsi bisognava utilizzare la propria immaginazione. La mitologia parlava di mondi, creature e personaggi più grandi di quanto avrei mai potuto immaginare e per questo è così interessante. Son un narratore e credo nel potere delle storie».
(Pete’s Dragon) REGIA: David Lowery. SCENEGGIATURA: David Lowery, Toby Halbrooks, ispirato al film Elliott, il drago invisibile di Don Chaffey (1977). INTERPRETI: Robert Redford, Bryce Dallas Howard, Oakes Fegley, Wes Bentley, Karl Urban, Oona Laurence, Isiah Whitlock Jr., Craig Hall, Tim Wong, Esmée Myers. FOTOGRAFIA: Bojan Bazelli (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Daniel Hart. PRODUZIONE:Walt Disney Productions. DISTRIBUZIONE:Walt Disney Pictures. GENERE:Fantasy. ORIGINE: USA. ANNO:2016. DURATA: 102’.