Grandi manovre: cinema e scuola alleati.
ANEC affronta con i distributori il ritorno del pubblico in sala e l’Ufficio scolastico regionale toscano propone ufficialmente scuole il tema del “linguaggio delle immagini”.
Si è appena concluso a Riccione “ANEC LAB” (10-11 maggio 2022) , un incontro nazionale tra gli esercenti cinematografici, e le più importanti distribuzioni cinematografiche operanti in Italia. L’ANEC sotto la presidenza di Mario Lorini e del direttore Simone Gialdini , anche con questo incontro, ha dimostrato la propria particolare attenzione alle necessità dell’esercizio cinematografico.
L’ACEC ha partecipato alla riuscita di questa iniziativa facendosi carico della presenza di un cospicuo numero di propri rappresentanti territoriali.
Torniamo al meeting di ANEC: Tutto molto ben riuscito, non una crepa a livello organizzativo grazie a “Cineventi” , società più che navigata in questo genere di manifestazioni.
Il convegno ha annoverato oltre 200 partecipanti tanto da obbligare gli organizzatori a splittare gli interventi in due diverse sale del palazzo del turismo di Riccione.
Tutte le principali distribuzioni italiane hanno esposto cosa si deve/può fare per riportare il pubblico in sala dopo questo periodo di ‘vacche magre’ .
I principali temi trattati sono inquadrabili in due ambiti:
Cosa possono fare le distribuzioni per le sale perché queste riescano a comunicare meglio i propri prodotti (film in uscita) e , in questo ambito, di come utilizzare le nuove forme di comunicazione che sono cambiate soprattutto dopo questo periodo di pandemia.
Tutto ciò è un segnale inequivocabile di un cambiamento di rotta nella pubblicità: si sta aprendo un nuovo canale che a fianco dei tradizionali ‘mass media’ , caratterizzati dal non consentire il feedback, si pongono oggi i “social media” dove il rapporto non è più di uno ad ‘n’ ma bensì di uno ad uno moltiplicato per ‘n’. La particolarità di questi nuovi canali è che per essi è possibile, anzi normale, il feedback.
Se tutto è stato ben articolato , non con questo non si possono fare alcune osservazioni, non ad ANEC, bensì ai distributori presenti.
Sul primo aspetto si è notato un sempre maggiore disinteresse per i trailer cinematografici ed una maggiore attenzione ad iniziative che riescano a captare l’attenzione dei potenziali spettatori con allestimenti ed eventi supportati dai propri testimonial; il secondo punto ha invece rappresentato l’aspetto più innovativo ed interessante delle varie comunicazioni: è stato rilevato e documentato come in campo di “pubblicizzazione” assumano sempre più importanza i social media quali Whatapp , Facebook, Instagram e le piattaforme quale TikTok creando una nuova categoria di operatori professionali : gli influencers ed i creators .
E’ evidente che il principale obiettivo di una distribuzione cinematografica è quello di ottenere il massimo profitto dal proprio prodotto soprattutto nell’uscita in sala: su questo non possiamo che convenire. Così i lanci pubblicitari si concentrano nelle 2- 3 settimane antecedenti alla prima uscita ed, al massimo, nella prima successiva con presenze nelle TV, allestimenti , sostegni ad eventi alla cui organizzazione i distributori si sono dichiarati disponibili a partecipare ai costi con i gestori delle sale.
Da questa impostazione che sembra volere “tutto e subito” traggono il massimo vantaggio soprattutto i grandi circuiti e molto meno le monosale di profondità che operano su numeri più esigui e con fondi assolutamente non confrontabili; non si escluda che molte di queste sale programmano in seconda settimana, quando la pubblicizzazione tende a zero.
Ancora più difficile è lo scenario delle sale della comunità ACEC basate soprattutto sul contributo di volontari che , il più delle volte, hanno un grande spirito di servizio ma poco imprenditoriale non avendo uno stimolo ‘concreto’ nell’ottenere il massimo profitto dall’attività a cui offrono il proprio contributo di tempo. Questa situazione non è certo generalizzabile vista la qualità operativa di alcune sale operanti prevalentemente a nord dell’Appennino, ma è un dato di fatto che ci deve spingere a considerare anche altri aspetti dell’universo cinema.
Sempre a fini utilitaristici nell’ottica del “carpe diem” si è rilevato che nella nostra società informatica sono nate due le figure che bisogna iniziare ad utilizzare : figure che stanno erodendo spazi sempre maggiori ai pubblicitari tradizionali ed alle agenzie di rating : gli influencers ed i creators. Si tratta di due nuove figure professionali della comunicazione che utilizzano i canali social e le nuove piattaforme per diffondere messaggi : un monopolio detenuto fino ad oggi essenzialmente dai mass-media.
Ciò che è mancato all’incontro ANEC di Riccione è stata una visione che vada oltre il breve termine: tutte le distribuzioni presenti hanno mostrato interesse a fornire ai gestori delle sale gli strumenti necessari a pubblicizzare efficacemente i prodotti al fine di ottenere un profitto immediato ma si è per niente parlato di qualificare il pubblico da portare in sala.
Tutto ciò , pur essendo di estremo interesse non risponde all’esigenza di formare un pubblico amante del cinema considerando questa settima arte non solo uno strumento di evasione ma anche di arricchimento culturale.
Nessuno, e dico nessuno , ha posto il tema della formazione del pubblico: anzi, molte distribuzioni sono contrarie alla diffusione dei loro prodotti attraverso i canali culturali propri dei circoli cinematografici. Eppure tutto ciò è incomprensibile anche dal punto di vista economico visto che questi ambienti acquistano prodotti che, nella maggioranza dei casi hanno già da tempo terminato il loro ciclo produttivo.
Le attività del no-profit sono particolarmente funzionali al cinema dal momento che creano interesse per quella specifica comunicazione: da qui viene il pubblico che frequenterà le sale andando a costituire quello zoccolo duro che garantisce un costante e certo ritorno economico: i circoli cinematografici sono il cortile dei gentili fra interessi economici ed interessi culturali.
Prof. Lorenzo Pierazzi
Tutto ciò , pur essendo di estremo interesse non risponde all’esigenza di formare un pubblico amante del cinema considerando questa settima arte non solo uno strumento di evasione ma anche di arricchimento culturale.
Nessuno, e dico nessuno , ha posto il tema della formazione del pubblico: anzi, molte distribuzioni sono contrarie alla diffusione dei loro prodotti attraverso i canali culturali propri dei circoli cinematografici. Eppure tutto ciò è incomprensibile anche dal punto di vista economico visto che questi ambienti acquistano prodotti che, nella maggioranza dei casi hanno già da tempo terminato il loro ciclo produttivo.
Le attività del no-profit sono particolarmente funzionali al cinema dal momento che creano interesse per quella specifica comunicazione: da qui viene il pubblico che frequenterà le sale andando a costituire quello zoccolo duro che garantisce un costante e certo ritorno economico: i circoli cinematografici sono il cortile dei gentili fra interessi economici ed interessi culturali.
Incredibile ma vero: chi ha posto il tema della comunicazione visiva quale linguaggio sociale e fatto culturale non è stata la filiera cinematografica bensì il mondo stesso della scuola che si è spinto a sostenere anche lo specifico utilizzo del film nelle sale e non sui canali televisivi condividendo la tesi che la comunicazione cinematografica non è solo ricezione di immagini ma anche effetto ambientale e spettacolare.
E’ così che l’USR Toscano (ufficio scolastico regionale ) ha aperto un tavolo per la realizzazione di un progetto triennale che introduca nelle scuole di ogni ordine e grado, il tema dei linguaggi visivi quali linguaggi correnti per la comunicazione.
Sotto la direzione del dott. Pellecchia e del dott. Curtolo è stato dato l’incarico al dott. Lorenzo Pierazzi di costituire un gruppo di lavoro specifico sul tema predetto. Il team, che è alle prime mosse, riunisce sotto il coordinamento dell’USR organizzazioni regionali, agenzie che erogano formazione per docenti e che collaborano a progettualità didattiche , associazioni di sale cinematografiche (ANEC ed ACEC) ed associazioni culturali quali cineclub. E’ mancata una presenza politica ufficiale dell’assessorato alla cultura della regione Toscana essendoci solo un rappresentante della Fondazione Sistema che non è la figura più adatta a rappresentare tutte le istanze del settore.
Scopo di questo gruppo , che presto sarà ufficializzato, è quello di realizzare un contenitore di proposte e progetti vagliati e qualificati sul linguaggio delle immagini da proporre alle scuole per i loro programmi curriculari.
Questa iniziativa, voluta fortemente dal prof. Pierazzi è un’incredibile ‘sponda’ al mondo del cinema che vede, per la prima volta , almeno in Toscana, entrare in rapporto il mondo istituzionale della scuola con quello cinematografico relegato ad oggi solo nell’ambito dello spettacolo. Ci attendiamo novità importanti.