IL RAGAZZO INVISIBILE
di Gabriele Salvatores
Michele ha 13 anni e vive in una tranquilla città sul mare. Non si può dire che a scuola sia popolare, non brilla nello studio, non eccelle negli sport. Ma a lui in fondo non importa. A Michele basterebbe avere l’attenzione di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di guardare. Eppure ha la sensazione che lei proprio non si accorga di lui. Michele sembra intrappolato nella routine quotidiana. Finché un giorno, inaspettatamente, non accade qualcosa di straordinario: Michele si guarda allo specchio e si scopre invisibile. La più incredibile avventura della sua vita sta per avere inizio….Chi, durante il periodo dell’adolescenza, non ha mai desiderato, almeno una volta, di essere invisibile? È sicuramente partito da questo interrogativo il vincitore del premio Oscar Gabriele Salvatores per concepire – su uno script a firma di Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo – la sua risposta ai fantasy a stelle e strisce d’inizio terzo millennio. Risposta che, con “Clint Eastwood” dei Gorillaz ad accompagnare i titoli di testa, pone l’esordiente Ludovico Girardello nel ruolo di Michele, il quale, tutt’altro che popolare a scuola, poco amante dello studio e incapace di eccellere negli sport, è interessato soltanto ad avere l’attenzione della coetanea Stella. Ed è da qui che, tra escursioni negli spogliatoi femminili e passeggiate completamente nudo, comincia per il protagonista, un po’ come lo Spider-man dell’omonimo lungometraggio diretto da Sam Raimi, il difficile percorso per poter apprendere la maniera di controllare la particolare facoltà di cui è venuto a conoscenza. Ma, mentre Valeria Golino veste i panni della madre poliziotta e Fabrizio Bentivoglio quelli di uno psicologo della Polizia di Stato, da un lato l’emersione di aspetti legati alla passata genesi del potere in questione non può fare a meno di richiamare alla memoria la saga “X-Men”, dall’altro il costume indossato dal ragazzo non fatica ad assumere i connotati di un mix tra Daredevil e Diabolik. Ma risulta chiaro che l’intenzione dell’autore di “Mediterraneo” (1991) e “Nirvana” (1997) – forte della produzione della Indigo Film che ha sfornato “La grande bellezza” (2013) – fosse quella di puntare molto più in alto, confezionando un elaborato capace di competere con gli innumerevoli esempi analoghi provenienti dagli Stati Uniti. Un elaborato in cui troviamo coinvolta anche la Ksenia Rappoport de “La doppia ora” (2009) e che, impreziosito dall’ottima fotografia dell’infallibile Italo Petriccione, riesce nell’impresa di manifestare un look internazionale (ma non è una novità nella filmografia salvatoresiana), nonostante gli evidenti accenti tricolori nella parlata di alcuni personaggi.
*Con gli effetti digitali che fanno la loro buona figura, i circa cento minuti di visione – culminanti in un’ultima sequenza durante i titoli di coda – appaiono un’operazione tecnicamente lodevole e decisamente insolita per la Settima arte dello stivale del XXI secolo e rappresentano un inizio verso la strada per poter uscire vincenti dal confronto con buona parte dei blockbuster giovanili statunitensi. Salvatores vi aggiunge la maestria dell’autore e lo stile personale per un film che è al contempo un racconto fantasy e una storia adolescenziale in cui molti coetanei possono riconoscersi.
(Il ragazzo invisibile) REGIA: Gabriele Salvatores. SCENEGGIATURA: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo. INTERPRETI: Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Christo Jivkov, Noa Zatta, Assil Kandil, Filippo Valese, Enea Barozzi, Riccardo Gasparini, Vernon Dobtcheff. FOTOGRAFIA: Italo Petriccione (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Ezio Bosso, Federico De’ Robertis. PRODUZIONE: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori per Indigo Film con RAI Cinema in coproduzione con Babe Films e Faso Film. DISTRIBUZIONE: 01 Distribuzione. GENERE: Fantasy. ORIGINE: Italia. ANNO: 2014. DURATA: 100’.
JUNIOR CINEMA: Teens