«Occhi blu», una donna
in fuga dal proprio destino
Recensione di Lorenzo Pierazzi
Chi è Valeria? Chi si nasconde sotto il casco nero da motociclista che attraversa nella notte la città eterna a folle velocità? E soprattutto: perché questa donna colleziona rapine in serie quando sembra che non lo faccia «pe’ i sordi»? Sono tutte domande che rimangono senza risposta dopo aver assistito a Occhi blu, l’esordio dietro la macchina da presa di Michela Cescon. L’attrice trevigiana, apprezzata dal pubblico e dalla critica nella sua brillante carriera teatrale (ha collezionato numerosi tra i più prestigiosi premi nazionali) e cinematografica (indimenticabile la sua seconda interpretazione con il folgorante Primo amore di Matteo Garrone), debutta dimostrando di possedere talento e stile originale.
Sceglie per la sua prima esperienza un omaggio al cinema di genere, dal noir notturno al polar francese, suddividendo la storia in sei capitoli (il Segreto, il Piacere, l’Incontro, l’Accordo, la Fuga, il Regalo) segnati da un crescendo narrativo. Protagonista è Valeria (una matura Valeria Golino, definita dalla Cescon un’attrice dall’anima jazz), di giorno tranquilla impiegata, di notte rapinatrice seriale (ben 33 in tre mesi). Da tempo, si fa beffe della polizia e soprattutto del commissario Murena (Ivano De Matteo), un uomo in crisi esistenziale e lavorativa. Quest’ultimo chiede aiuto a un ex poliziotto francese (un imbolsito ma solido JeanHugues Anglade) che una volta l’anno torna nella capitale per porre un fiore sul ciglio della strada, dove alcuni anni prima ha perso la vita la figlia di 13 anni, con la segreta speranza di riconquistare la propria moglie. Che Michela Cescon possegga un tratto stilistico personale e interessante, appare ben evidente fin dalle prime inquadrature.
Da subito, assistiamo a riprese sgranate, immagini sfuocate, in controluce, con la macchina da presa quasi buttata là, apparentemente con noncuranza. Ma con lo scorrere del film, il tutto si ripete uguale e diverso e allora capiamo che sporcare la pellicola è una scelta di regia ben precisa; togliere nitidezza ai personaggi è una deliberata forzatura, fondamentale per permettere al racconto di prendere il sopravvento. Nella scelta registica rientra anche una serie di fermo-immagine dal sapore fumettistico (che raccontano, come in uno storyboard, le rapine) o una ripresa in grandangolo di un corridoio d’albergo che simula i protagonisti sotto l’effetto di sostanze che alterano la realtà. Così come le inquadrature degli attori, dall’alto in basso e viceversa, oppure la partita a scacchi giocata a distanza, sulla mappa della città, tra guardia e ladra. La Cescon si distingue anche per la scelta della musica che prevarica, senza pudore, i dialoghi dei personaggi ridotti all’iperessenziale; una colonna sonora importante, affidata a ritmi e melodie martellanti, roboanti, ma anche alla struggente tromba (con sordina) di Paolo Fresu. E poi evoca con garbo anche i classici del cinema, quantomeno quando un giro in moto notturno diventa un tuffo in una Dolce vita felliniana che di dolce ha ormai ben poco, e quando una vendetta attesa da anni ci fa riassaporare l’orrore di Un borghese piccolo piccolo. E se per la sua prima opera ha deciso di affidarsi a due attori-registi come Golino e De Matteo, con Occhi blu Michela Cescon dimostra di possedere anche modestia e intelligenza. Quindi, chi è Valeria? Forse solo una donna in fuga, che scappa da tutto e da tutti, anche dalla stessa regista, talmente brava nel crearla così veloce che neanche lei è riuscita ad afferrarla in pieno.
OCCHI BLU di Michela Cescon. Con Valeria Golino, JeanHugues Anglade, Ivano De Matteo, Matteo Olivetti,
Ludovica Skofic. Produzione: I Wonder Pictures; Italia, 2021
Drammatico; Colore
Durata 1h 26min
fonte: Toscana Oggi, edizione del 25/07/2021