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BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE

di Giacomo Campiotti

(Bianca come il latte, rossa come il sangue) REGIA: Giacomo Campiotti. SOGGETTO: dal romanzo di Alessandro D’Avenia. INTERPRETI: Filippo Scicchitano, Gaia Weiss, Aurora Ruffino, Luca Argentero. FOTOGRAFIA: Fabrizio Lucci (Formato: Panoramico/Colore). MUSICA: Andrea Guerra, canzoni dei Modà. PRODUZIONE: Lux Vide in collaborazione con RAI Cinema. DISTRIBUZIONE: 01 Distribution. GENERE: Drammatico. ORIGINE: Italia. ANNO: 2013. DURATA: 102’. – (Junior Cinema: Teens-Young)

 

Bianca come il latte, rossa come il sangue è stato un esordio letterario di quelli davvero rari, quelli di un uomo di trent’anni, Alessandro D’Avenia, che è riuscito a descrivere l’amore di un adolescente per una sua coetanea raccontando la vita di una persona in perenne trepidazione. Il protagonista di questa storia è un sedicenne innamorato di una ragazza che però sembra non notarlo, almeno all’inizio. Leo (Filippo Scicchitano) non sa come conquistare Beatrice (Gaia Weiss) e si rivolge sempre alla sua migliore amica Silvia (Aurora Ruffino) per avere consigli su come muoversi dentro un campo per lui ancora sconosciuto: l’amore. Quando Leo finalmente conosce la sua amata, scopre che lei ha tutt’altro per la testa e che sta soffrendo molto per una malattia molto grave. Ma Leo ha sedici anni, e nonostante un professore che aiuta moltissimo il ragazzo: davanti alla prospettiva della morte, si fugge. E poi c’è Silvia, l’amica, sempre presente, forse innamorata di Leo ma talmente forte e saggia che riesce ad andare oltre i suoi sentimenti, lei potrebbe essere una via di salvezza… Il film è tratto da un romanzo davvero notevole che, come affermano nella quarta di copertina, “ci fa scoprire che l’adolescenza è molto di più di un’età, è un vento ineffabile e folle che ci scompiglia la vita”. “Non ho realizzato un film oggettivo. – ha affermato Campiotti – Tutto è visto dagli occhi di Leo. Gli spazi e i luoghi della città dove si svolge la storia non sono realistici ma sono colorati e trasfigurati dal filtro emotivo del momento che Leo vive. Ho lavorato soprattutto per preservare e cogliere la sua emozione. Dalla vetta del mondo al baratro più profondo, senza passare dal mezzo. A sedici anni il tiepido non esiste. Ho cercato di realizzare un film che faccia sorridere ma anche pensare e commuovere. Un difficile equilibrio sul filo del rasoio. Parlare di valori, senza retorica. Raccontare un dolore, ma avere un film pieno di vita. Mi sono avvicinato con grande rispetto e curiosità verso questi giovani attori. Il mio lavoro è stato soprattutto al loro servizio. Per aiutarli a non recitare, ma ad essere se stessi mantenendo la loro verità spiazzante. Il “Cinema” viene dopo. Per cogliere la loro spregiudicatezza, il loro coraggio, la loro disperazione, il loro amore.”

* I personaggi vivono in una Torino calma e tranquilla, una città che li protegge in tutto e per tutto. C’è solo uno spettro tremendo che annerisce tutta la vicenda: la malattia che blocca una vita giovanissima. Il film racconta un amore pieno di poesia e di immaginazione. L’adolescenza è l’età dei grandi amori, dove si è disposti a dare tutto. Leo si innamora di Beatrice, una ragazza che non conosce. Lei è malata di leucemia e Leo imparerà ad aprire gli occhi sull’amore, che non si riduce a seconde scelte. La realtà aiuterà Leo a confrontarsi con l’amore reale. Dice il regista: “Nel cinema c’è bisogno di raccontare storie vere, senza finzione. Come Leo ci sono tanti ragazzi capaci di emozioni vere e di affrontare anche dolori forti, come la morte. Bianca come il latte, rossa come il sangue non è certamente un film “facile”. Mi auguro che arrivi al cuore delle persone. Realizzarlo, per me, è stato un vero atto di amore.”

 

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