“ELEMENTAL”, Una parabola animata sulla nostra società
di Marco Vanelli
Immaginiamo una metropoli futuribile, con una zona centrale, più ricca, fatta di grattacieli, dove vive il ceto dirigenziale, e dei quartieri periferici, dall’edilizia più tradizionale e un po’ trascurata, dove vivono gli immigrati, la cui etnia è considerata pericolosa perché, per sua natura, tende a infiammarsi (letteralmente). Ecco il quadro del nuovo film d’animazione Disney Pixar, un’ambientazione allegorica per parlare dei nostri tempi e delle nostre città, ma con dei personaggi – e qui sta la trovata – che sono la traduzione antropomorfica dei quattro elementi: gli acquatici (i benestanti), la gente di fuoco (gli immigrati), poi quelli di aria e di terra (socialmente meno caratterizzati). Ember Lumen è una ragazza di fuoco, facente parte di una famiglia molto legata alle tradizioni del paese che ha dovuto lasciare (tra cui una fede che ricorda lo Zoroastrismo). Il suo destino è soppiantare il padre nella gestione di un drugstore etnico che rappresenta il traguardo sociale raggiunto dai genitori, che hanno clienti e amici solo della loro specie, senza alcuna intenzione di integrarsi con gli altri elementi. Il carattere di Ember è eccessivamente irascibile, con le conseguenze prevedibili per ciò che la circonda in termini di combustione. Ben diverso è Wade Ripple, giovanotto d’acqua, dall’animo gentile e dalla commozione facile, che per lavoro si ritrova a minacciare la chiusura della bottega di Ember con inevitabile tracollo dei sogni del padre di lei.
L’importanza della figura paterna è il primo nucleo tematico che emerge dal racconto: Wade ha perso il suo papà da piccolo e si dimostra particolarmente sensibile di fronte alla volontà di Ember di non deludere il suo; quest’ultimo, a sua volta, vive con il rimorso di non aver ricevuto la benedizione paterna al momento in cui è emigrato nella grande città; Ember fatica a emanciparsi dalle aspettative genitoriali per riconoscere qual è la sua vera vocazione. L’altro tema che si evidenza è la difficoltà di convivenza multietnica pur nell’apparente tolleranza delle società occidentali: sulla carta siamo tutti uguali, nelle nostre teste no. Ma l’argomento che più preme ai realizzatori del film è il terzo: l’unione impossibile tra acqua e fuoco che invece si realizza grazie all’amore, un amore vero fatto di disponibilità al sacrificio dell’uno per l’altra. A quel punto anche la natura degli elementi si adatta, con l’acqua che si surriscalda e il fuoco che attenua la sua portata incendiante, un po’ come l’effetto ottico del sole che si immerge nel mare al tramonto.
Le valenze simboliche per la vita reale di un simile incontro nuziale tra opposti sono tante e restano aperte alle possibili interpretazioni, senza che necessariamente una prevalga sulle altre. Fatti salvi questi spunti di riflessione non banali, il film soffre dei difetti delle produzioni Disney-Pixar degli ultimi anni: una trama complicata, con troppi buchi logici e supportata da continui flash-back; dei dialoghi sentenziosi e programmatici; delle gag ripetitive (si veda il pianto degli acquatici); dei colori stucchevoli; un’animazione volta più a stupire che a creare una coerenza stilistica e narrativa (si veda tutta la parte sul fiore vivisteria). A ogni modo una visione e un successivo ragionamento con i propri figli può meritare. Ben diverso è il risultato del cortometraggio abbinato, L’appuntamento di Carl, di Bob Peterson, dove ritroviamo il simpatico vecchietto di Up (2009) che dialoga con il suo cane (dotato di un collare-traduttore) a proposito dell’amore, della solitudine, dei rapporti umani (e animali). Decisamente più riuscito.
ELEMENTAL
Regia: Peter Sohn; sceneggiatura: John Hoberg, Kat Likkel, Brenda Hsueh; fotografia (colore): David Bianchi, JeanClaude Kalache; musica: Thomas Newman; voci italiane: Valentina Romani, Stefano De Martino, Serra Yilmaz; origine: Usa 2023; formato: 1,85:1; durata: 103 min.
Fonte: Toscana Oggi, edizione del 02/07/2023
