E’ lecito sognare?
E’ questo l’interrogativo che sembra porci questo lavoro di Claudio Amendola che è alla sua prima esperienza da regista cinematografico dopo tanti film interpretati come attore.
La storia è semplice: un giovane con moglie,figlio ed un lavoro di uomo delle pulizie si trova a commettere tante di quelle sciocchezze che lascerebbe addirittura pensare ad una insanità mentale.
Per sua fortuna riesce a far convergere intorno al suo sogno tre personaggi che per un insieme di circostanze hanno difetti complementari al suo,ma che,nell’intimo sono anch’essi sognatori.
Edoardo Leo ,il protagonista che con professionalità porta avanti il racconto,sogna continuamente di uscire dall’anonimato e di entrare in quel mondo di celebrità che si vedono solo in TV. L’idea gli viene vedendo alla televisione una partita di curling (quello sport simile alle bocce ma che si gioca sul ghiaccio) e trovati altri tre compagni di merenda si imbarca in un’avventura che ha dell’incredibile: partecipare alle olimpiadi.
Le premesse ci sono tutte perché le squadre iscritte sono vicine allo zero così che i nostri vengono iscritti e vanno a ‘Pinerolo olimpiadi’ a giocarsi la propria chance.
Il film rappresenta bene questa insoddisfazione di voler sempre avere una meta, un obiettivo che ti mette in discussione e che ti stimola a fare sempre di più: che vita è la nostra se viviamo senza sogni , senza speranza anche se questo vuol dire rischiare la nostra stessa serenità personale e familiare ?
E’ un po’ questo il messaggio che ci trasmette questa commedia più seria che faceta, condotta con garbo e senza particolare sbavature soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi collaterali fra cui spicca il bravo Richy Memphis recentemente visto in l’ Ultima ruota del carro ed Immaturi.
E’ proprio la caratterizzazione di queste figure, il vigile pensionato, lo spaccone giocatore di biliardo che rappresenta uno dei punti di forza del film perché solo riunendo un assembramento di sfigati ,o di illusi quale quello in essere, si poteva raccontare una storia che nella sua assurdità risulta verosimilmente piacevole.
Vito Rosso