“MI FANNO MALE I CAPELLI”, quando tutto svanisce, resta solo lo spirito di Monica Vitti
di Lorenzo Pierazzi
Una donna che sta progressivamente perdendo la memoria si aggrappa alla vita immedesimandosi nella sua attrice prediletta.
Monica soffre della sindrome di Korsakoff, una malattia degenerativa che conduce alla demenza. Giorno dopo giorno, inesorabilmente, la sua giovane vita si sta spegnendo. Allo stesso tempo, un mondo fantastico si sostituisce alla realtà e il fantasma di Monica Vitti, la sua attrice prediletta, diventa un prezioso compagno di viaggio. Edoardo è il marito, premuroso e paziente, che (forse) si sta abituando ad essere trattato sempre più come un estraneo. Tutto intorno, le persone sembrano infischiarsene della loro tragedia, reclamando attenzioni, tempo e soprattutto denaro.
Questo accade in Mi fanno male i capelli, il film diretto da Roberta Torre, una pellicola che è anche un tributo alla grande attrice, Monica Vitti appunto, a partire dallo stesso titolo che riprende una celebre frase che Michelangelo Antonioni le fa pronunciare nel suo Deserto Rosso. L’icona della “mattatrice” per eccellenza della commedia all’italiana è ben presente in Mi fanno male i capelli poiché, nella sua patologia, la fragile protagonista vive un rapporto molto stretto con l’attrice: ad esempio, è solita chiudersi in camera da letto lontano da occhi indiscreti e colloquiare quotidianamente con lei che le si manifesta attraverso la televisione oppure dentro lo specchio. Monica le parla, come si parla ad un’amica di vecchia data. E poi scrive, per non dimenticare. Alba Rohrwacher è perfetta nei panni della donna che sente svanire la propria memoria e per questo si aggrappa alla vita attraverso la sua Monica Vitti, indossando i suoi abiti di scena, le sue parrucche, i suoi occhiali.
Perennemente in bilico tra fiaba e realtà, tra incoscienza e delirio, Mi fanno male i capelli è un gioco a due dove lo spirito della Vitti è a tutti gli effetti il coprotagonista principale della pellicola. Lo spettatore è portato a perdersi nei dialoghi tra le due donne, con le inquadrature in bianco e nero che entrano nelle sequenze a colori mentre le immagini di repertorio nel formato 4:3 si alternano al presente. Roberta Torre è abile nel confondere continuamente le carte in tavola, compreso imbrogliarci sulla percezione spazio-temporale: Monica, mentre osserva fotografie scattate di recente, vive insieme ad Edoardo in una casa sul mare arredata con oggetti ed elettrodomestici ormai fuori commercio e con tanto di telefono vintage.
In Mi fanno male i capelli non mancano poi inserti simbolici, da “montaggio delle attrazioni”, immagini funzionali al racconto che mostrano, più volte, l’inquadratura fissa di un vaso con delle rose che stanno inesorabilmente perdendo i propri petali. La raffinata colonna sonora è del compositore Shigeru Umebayashi, noto per aver accompagnato i capolavori di Wong Kar-wai (come dimenticare il leit-motiv di In The Mood For Love) e Zhang Yimou. Le melodie del musicista giapponese sono di rara bellezza ed affidate ora alla potenza sonora degli ottoni ora allo struggente lirismo degli archi.
Mi fanno male i capelli è la messa in scena dell’atrocità della malattia che cancella i ricordi. Ma non tutto è perduto. Mentre vaga a piedi nudi sulla spiaggia, Monica entrerà in un cinema dove, solitaria, assisterà all’ennesima performance della sua celebre omonima. Sarà un incontro intimo, che le farà riassaporare gli stati d’animo della gioia, del dolore, della felicità, della malinconia. Sensazioni che non potranno restituirle la memoria ma almeno le daranno l’emozione di ritornare bambina, quando il grande schermo era una lanterna magica capace di farla sognare ad occhi aperti.
MI FANNO MALE I CAPELLI di Roberta Torre. Con Alba Rohrwacher, Filippo Timi, Maurizio Lombardi, Lorenzo Terenzi, Vladimir Mirabile
Produzione: Stemal Entertainment, Rai Cinema; Distribuzione: 01 Distribution; Italia, 2023
Commedia, Drammatico; Colore, B/N
Durata: 1h 23min
Fonte: ToscanaOggi.it del 14/11/2023