RASHOMON
di Akira Kurosawa (1950)
Interpreti: Toshirô Mifune, Machiko Kyô, Masayuki Mori, Takashi Shimura, Minoru Chiaki.
Kurosawa era un pessimista che credeva nell’uomo e che degli dei temeva l’indifferenza più che
l’assenza, immaginandoli impotenti davanti all’insensatezza dei mortali. Ha amato la cultura
occidentale nelle forme più variegate. John Ford gli ispirò western nipponici come “I sette
samurai” (1954), la lettura di Dostoevskij lo portò a girare “L’idiota” (1951), ma è con Rashomon
che firma il suo primo, insuperato capolavoro. “Leone d’oro” al Festival di Venezia ed Oscar
come “miglior film straniero” nel 1951. Nell’adattare due racconti di ambientazione medioevale
di Ryunosuke Akutagawa, Kurosawa rilancia magistralmente l’ipotesi di racconto
cinematografico sperimentata da Orson Welles in “Quarto Potere”: l’indagine su un mistero
attraverso una serie di testimonianze diverse, persino contraddittorie fra loro, che relativizzano
il concetto di verità e lo mettono in dubbio fino all’indimenticabile finale.