Si può raccontare l’orrore della guerra senza i nazisti e la shoah senza i campi di concentramento ? Si può parlare di tutto ciò senza mostrare i tedeschi come un popolo fanatico e violento ?
Sembra che questo sia possibile come ha dimostrato il regista Brian Persival in questo film che sebbene non originale nel soggetto (ancora una volta la storia viene dall’omonimo lavoro letterario di Markus Zusak) rappresenta una interpretazione ben realizzata di un tema troppo bistrattato e stereotipato.
Liesel Memimger è una bambina tedesca , abbandonata dalla madre costretta a fuggire dal regime nazista a causa delle sue idee , che viene accolta da una famiglia anch’essa tedesca che si occupa di farla crescere in una corretta visione di quanto sta succedendo.
Nonostante il carattere rude della nuova madre, la piccola viene amata ed aiutata ad affrontare tutte le terribile prove che quella situazione le presenterà.
Con gli occhi dell’adolescente noi ripercorriamo momenti e temi fondamentali dell’ultima guerra mondiale: dalla ‘notte dei cristalli’ del ‘39 alle campagne di Polonia e Russia, dalla lotta alla cultura al fanatismo cieco ingenerato nei giovani entusiasti di andare a combattere, ma il tutto senza battaglie o cannoni o campi di concentramento.
Sono gli occhi della bambina Liesel che ci raccontano terrore ed amore, affetti e speranze!
E , strano a dirsi, ma anche in Germania ci sono coloro che danno più valore alle idee che alle dottrine, che nascondono ebrei pur di non dimenticare cosa significa gratitudine, che amano ed odiano come in tutto il resto del mondo e nel film ci sono,insomma, così tanti valori positivi che potrebbe essere considerato un sereno testo didascalico sulla seconda guerra mondiale.
Dal punto di vista cinematografico non si può non notare come si prenda a piene mani da altri autori: come non ricordare Fahreheit 451 di François Truffaut ed i suoi ‘uomini libro’ quando assistiamo al rogo dei libri ed a Liesel che nei rifugi antiaerei ripete un libro che ha imparato a memoria ? come non richiamare alla mente il diario di Anna Frank quando vediamo quello della bambina ?
La stessa narrazione condotta dalla voce fuori campo della Morte , che fin dall’inizio ci ricorda che tutti dobbiamo incontrarla , non può non creare un’associazione con la sfida tra essa ed il cavaliere nel Settimo sigillo di Bergan.
Forse sono proprio tutte queste citazioni e l’aspetto dichiaratamente didascalico il punto debole del film,se tale si può chiamare, mentre per il resto il racconto si sviluppa in modo scorrevole anche se non senza momenti particolarmente intensi.
Da notare anche che poche volte , in film del genere, abbiamo visto tedeschi schierati contro le opinioni comuni del tempo che amano la cultura (salvando i libri) e che rispettano gli ebrei rischiando la propria vita al pari di tanti altri Shindler in Europa.
Per la cronaca, da notare la stranezza delle politiche della distribuzione FOX che ha fatto uscire il film nel mese di marzo quando sarebbe stato molto più apprezzato ed utilizzato se fosse stato disponibile in occasione della giornata del Shoah celebrata in Italia nel mese di gennaio. Sarà per il prossimo anno !
Vito Rosso
DATA USCITA: 27 marzo 2014 GENERE: Drammatico ANNO: 2014 REGIA: Brian Percival SCENEGGIATURA: Michael Petroni ATTORI: Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nelisse, Nico Liersch, Joachim Paul Assböck, Ben Schnetzer, Kirsten Block, Sandra Nedeleff FOTOGRAFIA: Florian Ballhaus MONTAGGIO: John Wilson MUSICHE: John Williams PRODUZIONE: Fox 2000 Pictures, Studio Babelsberg DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox PAESE: USA DURATA: 131 Min