L’ANCCI: quale presenza culturale? | pag. 3 |
Identikit dell’ANCCl | pag. 5 |
Attività dell’ANCCl | pag. 7 |
Perchè costituire un Circolo | pag. 9 |
Cosa offre l’ANCCI | pag. 10 |
Perchè aderire all’ANCCl | pag. 11 |
Modalità per la costituzione di un Circolo | pag. 12 |
Bozza di Atto privato di Costituzione di un Circolo | pag. 13 |
Bozza di statuto di un Circolo | pag. 15 |
Fac-simile della domanda di adesione all’ANCCl | pag. 20 |
Adempimenti dei Circoli associati all’ANCCI | pag. 21 |
Problemi particolari | pag. 26 |
APPENDICE | |
Statuto dell’ANCCl nazionale | pag. 27 |
Bozza di Atto Costitutivo di una Sezione regionale ANCCI | pag. 34 |
Bozza di Statuto di una Sezione regionale ANCCI | pag. 36 |
Disposizioni legislative | pag. 41 |
Indirizzi utili | pag. 44 |
Pubblicazioni | pag. 52 |
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L’ANCCI : QUALI PRESENZE CULTURALI
Negli anni ’60 l’esperienza del cinefórum visse una stagione intensa e felice. Autori come Ingmar Bergman trovarono nelle programmazioni dei cinefórum le condizioni favorevoli per poter abbattere quel muro di diffidenza e di sospetto che ancora li divideva dal pubblico più vasto della grande rete dell’esercizio commerciale. La sede naturale nella quale i cineforum svolgevano la loro attività era costituita dalle sale dell’esercizio parrocchiale. E questo non tanto perché le sale parrocchiali dovevano osservare alcuni giorni di chiusura settimanale (restando perciò disponibili per attività diverse e distinte dalla programmazione commerciale) ma soprattutto per il fatto che l’associazionismo culturale cinematografico ha trovato la sua espressione più intensa e più vivace proprio nell’area cattolica. Di fronte a questa realtà l’ACEC non poteva restare indifferente e fu cosi che da testimone passiva volle farsi protagonista. Fino a quel momento si era limitata a fare da affittacamere mettendo le sue sale a disposizione di quei circoli del cinema che intendevano esercitare la loro attività svolgendo un compito culturale connesso alla proiezione e alla discussione di film di qualità, mentre invece, all’inizio degli anni ’70, pensò che fosse arrivato il momento di partecipare con maggiore incisività a un’azione pastorale nel settore del cinema. Da vetrina a fucina, se volessimo condensare il tutto in uno slogan.
Ecco perciò che il 5 giugno del 1973, e proprio per dare un assetto organizzativo alle attività culturali che si svolgevano nelle sue sale, l’ACEC promuove un organismo culturale: l’ANCCl. Questo organismo, riconosciuto con decreto ministeriale nel 1977 ai sensi della legge 4 novembre 1965, n. 1213, conta attualmente su oltre centocinquanta circoli dislocati in tutta Italia, la cui attività non si limita comunque a quella tradizionale del cineforum (presentazione di un film, proiezione, dibattito) ma si allarga a tutta la gamma dell’audiovisivo e alle sue possibilità di impiego.
L’associazionismo culturale rappresenta oggi il pubblico organizzato e il pubblico organizzato persegue la ricerca di un patto sociale con la cultura. Che cosa vuol dire patto sociale? Vuoi dire che l’associazionismo non si limita a consumare cultura, ma la media, la organizza, la produce, la distribuisce, la interpreta e la vive. Nel quadro sociale attuale la sua opera si fa sempre meno agevole ma, soprattutto per questo, si fa sempre più necessaria.
Qualsiasi progetto culturale che si rispetti ha una sua validità se alle spalle ha una visione culturale globale, vale a dire un ideale tipo di società al quale tende e in vista del quale opera. In particolare l’ANCCl quando parla di una presenza culturale nei media implicitamente parla di una presenza culturale illumi-
nata da una concezione cristiana del mondo.
Comunque, se è vero che si fa politica culturale attraverso la produzione, è altrettanto vero che, almeno in seconda battuta, si fa anche politica culturale attraverso la programmazione. E a questo punto entrano direttamente in ballo i circoli del cinema. Se è vero che il circolo del cinema non è una sala di terza o quarta visione, non è un negozio che liquida tutto con saldi e forti sconti, né una succursale dell’esercizio che pratica prezzi ridotti, è anche vero che il circolo del cinema non è neppure quell’Accademia della crusca popolata da cinefili invasati , sul tipo del professore che fa odiare a Fantozzi “La corazzata Potemkin” al punto da definirla “una boiata pazzesca”.
In oltre trent’anni di vita e di attività i circoli dell’ANCCl si sono trasformali in centri polivalenti di cultura che operano nell’ambito della comunicazione-sociale, finalizzando l’uso del cinema alla crescita della persona umana, sia a livello individuale che a livello comunitario.
In questa rinnovata dimensione che li caratterizza e li contraddistingue, i circoli dell’ANCCl — pur continuando un’attività di studio, di ricerca, di dibattito che si realizza attraverso le rassegne di film, pubblicazioni, incontri, convegni, corsi di formazione e aggiornamento, campi-scuola — hanno varcato i confini della sala cinematografica per andare a cercare altrove nuovi soggetti, estendendo i loro interessi a tutto il settore massmediologico, alle nuove tecnologie e al loro utilizzo, all’educazione all’immagine, alla didattica, alla scuola, alle attività di volontariato, alle iniziative catechetiche e pastorali, facendosi in questo modo mediatori di quel difficile rapporto che si crea fra l’individuo e i bisogni sociali.
Con la scelta di questa linea operativa l’ANCCI ritiene di aver contribuito, anche se in piccolissima parte, ad aver restituito alla cultura quella centralità che la cultura stessa deve avere nella società civile, e di aver usato i suoi strumenti come qualcosa di vivo che si inserisce creativamente nel processo di sviluppo e di crescita del Paese.
L’IDENTIKIT DELL’ANCCI
Associazione Nazionale Circoli Cinematografici Italiani (ANCCI) è un organismo di promozione culturale sorto in seno all’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC) al fine di dare assetto organizzativo alle attività culturali che si svolgono soprattutto nelle “sale della comunità” associate all’ACEC, sia nel campo cinematografico sia nel
più vasto ambito di tutti gli strumenti della comunicazione sociale.
La costituzione dell’ANCCl, per atto notarile, risale al 5 giugno 1973 e il decreto ministeriale di riconoscimento ai sensi dell’art. 44 della legge 4 novembre 1965, n. 1213 porta la data del 22 dicembre 1977.
I circoli di cultura cinematografica aderenti all’ANCCl sono oltre 100 dislocati in quasi tutte le regioni italiane.
In linea di principio l’ANCCl considera attività culturale tutto ciò che ha come soggetto la comunità umana; considera, pertanto la formula del circolo come un limite alla partecipazione, limite espresso sia nella etimologia stessa del termine circolo sia nella sua struttura chiusa.
Tuttavia, adotta oggi la formula del circolo perché, secondo la legge vigente, essa è condizione per il riconoscimento ufficiale delle attività culturali cinematografiche.
La linea di tendenza dell’ANCCl è quella di caratterizzare i circoli aderenti come centri polivalenti di cultura che operino nell’ambito della comunicazione sociale finalizzando l’uso degli strumenti – del cinema in particolare – alla promozione umana c cristiana della persona sia a livello individuale sia a livello comunitario.
Per quanto riguarda l’attività dei circoli L’ANCCI:
A) si prefigge di promuovere in particolare l’autonomia di sviluppo del processo di animazione e di crescita culturale dei singoli circoli;
B) si dichiara favorevole, anziché alla tradizionale figura del direttore di dibattito inteso come esperto esterno alla comunità locale, alla emergenza, dall’interno della stessa comunità, di un gruppo promozionale che stimoli, senza assumere una leadership ma esercitando una funzione di servizio, la ricerca dei contenuti religiosi, sociali, morali e politici, tenendo nel contempo in considerazione gli aspetti estetici e tecnici dei linguaggi propri dei diversi strumenti della comunicazione sociale.
Le linee ideologico-operatfve alle quali si ispira l’ANCCl sono le seguenti:
– finalizzazione dell’attività non solo alla comunità ecclesiale ma a tutta la comunità locale globalmente intesa con le tensioni e i problemi che la
caratterizzano, con la pluralità delle idee e delle posizioni di fronte ai fatti e alle situazioni che investono la vita umana e cristiana;
– riferimento al Magistero della Chiesa per gli aspetti più squisitamente pastorali dell’attività, senza pregiudizio per la libertà della ricerca e del dibattito per quanto riguarda l’ampio spazio di opinabilità e il vasto ambito della metodologia di perseguimento degli obiettivi programmatici;
– impegno a realizzare nel modo più pieno possibile la gestione comunitaria delle attività culturali quale conseguenza del riconoscimento della comunità locale come soggetto dell’attività culturale e pastorale;
– esclusione di qualunque forma di discriminazione pregiudiziale tra i membri della comunità locale;
– impegno prioritario per la promozione e per il servizio dei più poveri e dei più emarginati, considerati non soltanto in termini economici.
Figurano tra gli obiettivi dell’ANCCl:
– la partecipazione ai problemi della politica culturale, del decentramento, della scuola, del lavoro;
– il dialogo, il confronto e la collaborazione soprattutto con le forze impegnate nell’associazionismo culturale.
DECRETO DI RICONOSCIMENTO DELL’ANCCI
Il Ministro per il Turismo e lo Spettacolo
VISTO l’art A4 della legge 4 novembre 1965, n. 1213;
VISTA la documentata istanza in data 13 ottobre 1977 dell’Associazione Nazionale Circoli Cinematografici Italiani (A.N.C.C.I.), con sede in Roma, Via Nomentana, 251, intesa ad ottenere il riconoscimento ai sensi e per gli effetti del citato art. 44;
VISTO lo statuto di detta Associazione e gli atti costitutivi dei Circoli di cultura cinematografica ad essa aderenti;
RITENUTO che sussistono i prescritti requisiti;
SENTITO il parere della Commissione Centrale per la Cinematografìa prevista dall’art. 3 della predetta legge n. 1213 del 1965;
DECRETA
All’Associazione Nazionale Circoli Cinematografici Italiani (A.N.C.C.l.) con sede in Roma, Via Nomentana, 251, è attribuito il riconoscimento ai sensi e per gli effetti dell’art. 44 della legge 4 novembre 1965, n.1213.
Roma, 22 dicembre 1977
Dario Antoniozzi